Istat: i consumi alimentari nel 2018 aumentano, ma perdono velocità
- undefined
Nel 2018 il prodotto lordo ha raggiunto la quota di 1.765.421 milioni di euro. In valori correnti quindi sale del +1,7% sull’anno precedente, mentre in valuta costante cresce del +0,8%. In termini reali, rimane tuttavia ancora 4,3 punti sotto il livello raggiunto nel 2007, ultimo anno pre-crisi. Sono i dati diffusi dall'Istat sia sul prodotto interno lordo sia sui consumi nazionali 2018.
In particolare, i consumi alimentari 2018 del Paese hanno raggiunto la quota di 161.230 milioni di euro. Ne esce un aumento sull’anno precedente del +0,9% in valori correnti e un calo del -0,3% in valuta costante. Entrambe le variazioni appaiono penalizzate rispetto a quelle registrate l’anno precedente, in collegamento con la involuzione del PIL.
I servizi di ristorazione 2018 hanno fornito un sostegno inferiore a quello manifestato l’anno precedente. In valuta corrente, hanno raggiunto infatti gli 84.291 milioni, con una spinta in valuta costante del +0,5%, dopo il +3,5% del 2017.
A livello complessivo, i consumi 2018 del Paese hanno totalizzato la quota di 1.076.760 milioni di euro, con un +1,9% sul 2017, dopo il +2,7% dell’anno precedente. In valuta costante, l’aumento si riduce al +0,9%, dopo il +1,5% dell’anno precedente.
I consumi alimentari, comprensivi della ristorazione, coprono la quota di 245.521 milioni, con un +1,2% in valuta corrente sull’anno precedente e un +0,0% in valuta costante. La dinamica 2018 di tale aggregato si conferma inferiore a quella parallela dei consumi globali, che segnano in parallelo un +1,9% in valuta corrente e un +0,9% in valuta costante.
Sull’arco della crisi (2007-2018), va sottolineata la perdita di velocità dell’alimentare (senza la ristorazione) rispetto ai consumi nazionali complessivi. La dinamica in valuta costante nel periodo del settore (-10,0%) si confronta infatti col -2% parallelo dell’aggregato complessivo.