CSC: domina l’incertezza, nonostante tassi e costo energia in calo
- undefined
Come rivelano i dati emergono dalla Congiuntura Flash di Confindustria, nonostante il calo di interesse e dei costi energetici, il contesto economico internazionale continua a manifestare elementi di instabilità. Le tensioni commerciali, in particolare l’aumento dei dazi, stanno rallentando la crescita globale, incidendo negativamente anche sull’economica italiana.
In Italia gli investimenti faticano a ripartire e i consumi, che trainano la domanda interna, restano contenuti. L’industria, che mostrava segnali di stabilizzazione, si trova ora a rischio di una crisi strutturale. Nel mese di marzo il clima di fiducia si è deteriorato, scendendo sotto la media del 2024. Sale l’incertezza legata alla politica economica, frenando le decisioni di investimento da parte delle imprese. Nel primo trimestre del 2025, i giudizi sulle condizioni per investire risultano in peggioramento rispetto alla fine del 2024. Secondo una simulazione CSC, l'impatto combinato dei dazi e incertezza porterà a una crescita più debole del PIL italiano nel biennio 2025-2026 (-0,3%), a causa del rallentamento dell'export di beni (-1,2%), e degli investimenti in macchinari (-0,4%).
Nel primo trimestre, la produzione è cresciuta leggermente in Germania (+0,4%), calata in Francia (-0,2%) e si è contratta in Spagna (-0,6%). A marzo, il PMI manifatturiero rimane negativo nell’Eurozona, con la spagna sotto la soglia di espansione per il secondo mese consecutivo.
La crescita negli USA è apparsa solida prima dell’annuncio dei nuovi dazi. A marzo, tuttavia, la produzione industriale ha registrato un calo dello 0,3%, inferiore alle attese. In forte rialzo le vendite al dettaglio (+1,4%, da -0,3% nel 4° 2024).
Per quanto riguarda la Cina, si sta verificando un effetto “frontload”. Nel mese di marzo, infatti, la manifattura cinese ha notevolmente aumentato il ritmo rispetto agli ultimi quattro mesi, sostenuta dall’aumento degli ordini, soprattutto provenienti dall’estero. L’export è salito del 12% , per anticipare l’entrata in vigore dei dazi. Nei prossimi mesi è attesa una contrazione della domanda estera, che potrebbe complicare il raggiungimento dell’obiettivo di crescita del PIL “intorno al +5%”.
photo credit: freepik