Premio Masi, dalle coste dalmate alla marca orobica fino all'Oriente di Marco Polo
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Due eventi di particolare importanza per il territorio e l’imprenditoria delle Venezie segnano quest’anno la 28a edizione del Premio Masi: l'assegnazione delle Olimpiadi invernali del 2026 al tandem Milano-Cortina e il riconoscimento delle colline del Prosecco Superiore DOCG come Patrimonio dell'Umanità da parte dell'Unesco.
“Due speranze divenute ora certezze – commenta Sandro Boscaini, presidente di Masi e vicepresidente di Fondazione Masi – e che ci consegnano un'occasione straordinaria per prendere coscienza del valore del nostro territorio e per garantirgli quel risalto planetario cui ambisce. Una conferma della vocazione all'internazionalità che le Venezie esprimono attraverso cultura e linguaggi, opere e paesaggi, universalmente comprensibili e fruibili. Sotto il buon auspicio di questi meritati riconoscimenti rinnoviamo anche quest’anno l’impegno della Fondazione Masi, che da 4 decadi con il suo Premio, porta nel mondo i valori delle Venezie, promuovendo il confronto e il dialogo tra culture”.
La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 28 settembre al Teatro Filarmonico di Verona ed è stata preceduta, come da consuetudine, dalla cerimonia privata presso le Cantine Masi dove i cinque vincitori hanno apposto la loro firma sulla storica botte di Amarone, emblema del Premio.
I tre riconoscimenti del Premio Civiltà Veneta sono andati al padovano Roberto Citran, «attore di grande versatilità conosciuto in Italia e all’estero per la sua ricca carriera cinematografica», come da motivazioni della giuria del Premio; a Piero Luxardo, anche lui padovano, «rara figura di imprenditore e intellettuale», presidente dell’omonima azienda veneta storica produttrice di distillati di tradizione, e docente di letteratura all’Ateneo patavino; e al bergamasco Nando Pagnoncelli, «sondaggista tra i più autorevoli e influenti, un vero rabdomante del sociale che usa gli strumenti della scienza». Il Premio Internazionale Civiltà del Vino è assegnato alla coreana Jeannie Cho Lee, prima asiatica a conseguire l’ambito titolo di Master of Wine, tra i più influenti critici, giornalisti e consulenti del vino a livello internazionale, che «attraverso la sua attività ha costituito un ponte culturale tra Oriente e Occidente, educando all’apprezzamento del vino, al suo consumo moderato, e al suo incontro con le tradizioni e il tessuto sociale dei mercati asiatici, nuova frontiera del nostro prodotto più emblematico». Il Premio Internazionale Grosso D’Oro Veneziano è attribuito ad Alain Finkielkraut, uno dei massimi filosofi e intellettuali francesi contemporanei, che «per il suo impegno e le sue opere è riconosciuto simbolo di libertà di espressione e di civile convivenza».
“Anche nella sua 38a edizione – dichiara Isabella Bossi Fedrigotti, presidente di Fondazione Masi – il Premio Masi s'ispira al binomio che ormai da quattro decenni traccia una linea di continuità nell'attribuzione dei riconoscimenti: salde radici nel patrimonio di valori e di cultura delle Venezie e sguardo verso l'orizzonte, per individuare nuovi percorsi e mete”. E continua: “Se i vincitori del premio Civiltà Veneta nel 2019 richiamano l'estensione geografica della civilizzazione della Serenissima, dalle coste dalmate alla marca orobica, il premio Civiltà del Vino, con la scelta della coreana Jeannie Cho Lee, si allinea invece all'attenzione che la terra di Marco Polo da sempre coltiva verso l'Oriente. Ci riporta, infine, alla storica presenza ebraica in Laguna, il Grosso d'Oro ad Alain Finkielkraut, l'autorevole pensatore francese impegnato in una battaglia civile contro le risorgenti pulsioni di antisemitismo nell'Europa di oggi”.