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Estero

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22 Gennaio 2020

Dal palco del Fancy Food importatori Usa e produttori italiani uniti per chiedere lo stop a ulteriori dazi

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di Redazione | in 
Estero

In attesa della decisione Usa per la revisione semestrale dei dazi all'import di prodotti Ue, prevista per metà febbraio, durante il Fancy Food Show - fiera dedicata alle specialità foods & beverages che si è conclusa ieri a S. Francisco - molti sono stati i confronti con gli operatori e importatori e desta preoccupazione il fatto che i dazi possono essere imposti anche sul 100% del valore del prodotto. "Se da una parte è stato accolto in modo favorevole l’accordo sottoscritto con la Cina, dichiara Cesare Baldrighi, Presidente di OriGin Italia, che apre nuove frontiere e nuove possibilità commerciali che non potranno che avere un riflesso positivo anche per la nostra agricoltura, d’altro canto vi è però molta preoccupazione riguardo la politica dei dazi seguita alla sentenza OMC/WTO sulla vicenda dei sussidi Boeing/Airbus". Ad inizio ottobre l'amministrazione statunitense aveva applicato dazi anche su prodotti agroalimentari italiani, particolarmente colpiti i formaggi Dop e i liquori italiani, per un ammontare del 25% del valore.

"Fin dall'inizio del contenzioso, afferma Cesare Baldrighi, abbiamo sollecitato i nostri rappresentanti italiani e della Ue ad agire per allentare le tensioni che possono avere pesanti ricadute negative anche sui consumatori Usa. Inoltre, un atteggiamento di paventata minaccia di ulteriore aggravio del dazio del 25% già imposto ad ottobre, accresce le tensioni e non aiuta a trovare una soluzione condivisa. Conforta sapere che è stata accolta con favore e con commenti distensivi anche da parte statunitense, la missione della scorsa settimana negli Usa del Commissario al Commercio estero della Ue Phil Hogan, stimolato anche da interventi molto determinati della nostra Ministra Teresa Bellanova, che auspico possa avere contribuito ad un migliore e più costruttivo dialogo. Nel contempo una parte degli operatori ha potuto approfittare dei rincari dei prodotti europei per aumentare i prezzi anche dei prodotti locali a danno, evidentemente, di tutti i cittadini statunitensi. Le ritorsioni tariffarie sono il peggior modo per affrontare il problema, mentre un tavolo negoziale tra Unione Europea e Stati Uniti darebbe frutti certamente migliori".

 

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