Il 93% degli italiani sceglie una dieta equilibrata: no alle demonizzazioni
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Per il 93,2% degli italiani il cibo è cultura. Questo dato riflette il legame profondo che c’è tra gli alimenti e la tradizione italiana, che si radica nella storia dei territori, nelle identità locali. Inoltre, per oltre il 93% degli italiani è fondamentale seguire una dieta sana ed equilibrata senza privarsi di nessun alimento.
Lo studio ha evidenziato che per gli italiani i corretti stili di vita e una dieta equilibrata sono fra le loro priorità. Così come una educazione alimentare responsabile deve passare dalla conoscenza e dal sapere. Per i cittadini, infatti, mangiare bene e sano non significa eliminare cibi, ma vuol dire trovare il giusto equilibrio fra gli alimenti. Gli italiani vogliono essere liberi di scegliere, senza demonizzare i cibi presunti non sani e affidano all’industria alimentare italiana il ruolo di garante per avere sulle loro tavole cibo di qualità, sano e sicuro.
Il cibo è cultura
Per il 93,2% degli italiani il cibo è cultura. Il cibo diventa non solo veicolo di espressione personale, ma anche simbolo di identità collettiva che li identifica nel Made in Italy. La tradizione alimentare italiana rappresenta per il 93,5% dei cittadini uno scudo di pragmatismo, di buon senso, di moderazione e di qualità per cui non bisogna escludere dalla dieta nessun cibo, ma bisogna invece valorizzarlo.
Garante della libertà nella scelta degli alimenti è l’industria alimentare italiana, grazie alla vastità dei prodotti sani, sicuri, ben fatti, buoni e sostenibili che offre. L’industria, ogni giorno, soddisfa queste esigenze rispondendo ai desideri dei consumatori che possono esercitare liberamente la propria scelta preferendo ciò che si adatta meglio alle proprie esigenze e gusti. Questa capacità unica, che ha solo l’industria, garantisce un’alimentazione democratica, sostenibile e accessibile che coniuga tradizione e innovazione senza demonizzare, ma offrendo un ventaglio di prodotti sani e alla portata di tutti. Per il 90,7% degli italiani, infatti, la libertà di scegliere cosa mangiare è presupposto di una più alta consapevolezza alimentare.
No demonizzazioni, sì varietà di scelta
Gli italiani sono consapevoli che uno stile di vita inappropriato possa avere conseguenze negative sulla salute. Oltre il 37% infatti è convinto che il proprio benessere non sia causato dalla scelta di un singolo alimento o di un prodotto, ma dal proprio stile di vita alimentare. Questo elemento evidenzia come sia fondamentale adottare un approccio equilibrato, basato su scelte consapevoli e abitudini sane che comprendono un bilanciamento fra alimenti senza nessuna demonizzazione tra “cibi buoni” e “cibi cattivi”, una differenziazione che per il 44,1% degli intervistati molto spesso rappresenta una fake news.
Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervenuto con un messaggio, ha affermato: “La giornata nazionale del Made in Italy nasce per riconoscere e celebrare il talento e la tenacia delle imprese e laboratori italiani, che ogni giorno con orgoglio portano nel mondo prodotti straordinari, simbolo di qualità e del saper fare italiano. Grazie a questa eccellenza nel 2024 l’Italia è diventato il quarto Paese esportatore al mondo. Oggi guardiamo avanti con determinazione, investendo nelle nuove generazioni e tecnologie più avanzate. Quest’anno l’attenzione è rivolta all’innovazione, ben consapevoli che identità e innovazione sono i due binari su cui da sempre ha fatto leva il Made in Italy per affermarsi nel mondo. Innovazione significa intelligenza artificiale, robotica, aerospazio, blue economy, sono queste le nuove frontiere che rendono le nostre imprese protagoniste della transizione digitale. Questa giornata diventa, così, l’occasione ideale per scoprire e apprezzare il valore straordinario della nostra cultura e imprenditorialità, della capacità di guardare sempre al futuro, senza dimenticare mai le nostre radici”.
Luigi D'Eramo, Sottosegretario al Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha osservato: “È fondamentale consolidare la nostra presenza su diversi mercati internazionali senza tralasciare lo spazio importante che abbiamo conquistato nel mercato americano. Occorre, pertanto, un approccio basato sul buon senso per evitare una guerra dei dazi. La semplificazione normativa, poi, è un altro aspetto cruciale per competere ad armi pari con altri Paesi, così come salvaguardare le nostre produzioni e i nostri alimenti da attacchi sconsiderati come è stato il Nutriscore. Un sistema di etichettatura fuorviante e antiscientifico che, se fosse stato introdotto, avrebbe compromesso il nostro Made in Italy che, ricordo, rappresenta un ambasciatore credibile della nostra italianità nel mondo, in grado di coniugare parole chiave come cultura, equilibrio, qualità, rispetto dell'ambiente e del territorio”.
Per il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino l’incontro ha permesso di "riflettere sullo straordinario valore del Made in Italy alimentare. Un valore riconosciuto in tutto il mondo grazie alle scelte di milioni e milioni di consumatori. Siamo la prima manifattura del Paese con quasi 200 miliardi di fatturato, e abbiamo raggiunto un nuovo record dell’export, 57 miliardi, +9% rispetto all’anno precedente. Il principale merito di questi risultati è dei nostri imprenditori che, in un tempo di grosse incertezze, non hanno perso la fiducia, ma hanno continuato ad investire e a produrre cibo di qualità, sicuro e ben fatto. Un ulteriore merito va certamente alle nostre istituzioni che ci sostengono e che aiutano il settore rendendolo più competitivo sui mercati internazionali, promuovendo l’eccellenza del nostro cibo. Prodotti che oltre ad esprimere l’italianità nel mondo, esprimono la nostra identità culturale grazie alla quale, attraverso il cibo, tramandiamo il nostro sapere millenario”.
Secondo Sergio Marchi, Direttore Generale Ismea “la sfida della qualità è fondamentale e da questo punto di vista il nostro Paese riveste un ruolo importante. Il tema della libertà di scelta è sempre più cruciale, poiché i cittadini vogliono essere informati per decidere consapevolmente. Il valore dell'agroalimentare italiano è, oggi, riconosciuto a livello mondiale, ma occorre investire in innovazione tecnologica agevolando i giovani imprenditori. Nonostante il periodo complesso l'export cresce a livello record, rafforzando il primato del Made in Italy in termini di qualità e stile”.
Per Giorgio De Rita, Segretario Generale del Censis, dal Rapporto "emerge un'attenzione allo stare insieme, alla dieta equilibrata, all'alimentazione come forma di welfare, quali aspetti cruciali che hanno innescato una fiducia nel settore agroalimentare italiano. Il binomio fra tradizione e cultura è entrato nei gangli vitali della società italiana, generando un valore economico determinante nello sviluppo del Made in Italy”.