Terregiunte, il nuovo "vino d'Italia" sposa Nord e Sud enologici
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Il nome è evocativo: «Terregiunte-Vino d’Italia». E indica l'inedito abbraccio tra le produzioni vinicole di Veneto e Puglia. Un blend tra Amarone e Primitivo. L’Amarone è il Costasera Amarone della Valpolicella Classico 2016, prodotto da Masi Agricola, il Primitivo è Raccontami, il Primitivo di Manduria 2016 prodotto dall'azienda vinicola Futura14 del giornalista Bruno Vespa.
A questo blend hanno lavorato mani sapienti: Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, e Andrea Dal Cin, wine-maker di Masi Agricola. Dalla loro inedita alchimia, facendo ricorso a un prolungato affinamento in piccole botti di rovere e al riposo in bottiglia, è emerso un rosso rubino profondo.
«Nel 2015 avevo in mente questa idea un po' pazza - spiega Vespa - ne parlai con Cotarella che trovò il progetto praticabile. Poi ci chiedemmo a chi proporre un'innovazione così coraggiosa. Bisognava scegliere un partner serio e affidabile. Il primo della lista era Sandro Boscaini (presidente di Masi Agricola e di Federvini, ndr). E finita che il principe azzurro, l'Amarone di Masi, ha accettato di sposare Cenerentola, il Primitivo della mia famiglia».
«L'idea è venuta a Vespa. Quando me ne ha parlato la prima volta l'ho presa come una provocazione. Poi come una grande opportunità per l’Italia - racconta Boscaini -. Nel nostro Paese abbiamo tantissimi prodotti con denominazioni diverse, ma il
"vino d’Italia" è inteso purtroppo come vino da tavola. Così nel 2016 abbiamo deciso di dare inizio a questa nuova avventura, con la volontà di esprimere in sintesi l'eccellenza del vino italiano».
Per questa inedita unione è stata scelta un'etichetta “doppia”: due territori e due soli capovolti, uno calmo e riservato al Nord, l'altro rovente e vibrante al Sud, illuminano la cupola di Marano di Valpolicella e la Torre Burraco di Manduria.