Champagne in affanno e il calo delle vendite non è dovuto solo all’inflazione
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I produttori di Champagne in allarme, lamentano un "contesto politico ed economico cupo". Nel 2024 hanno registrato un calo delle vendite del 9,2%. Sul mercato interno le vendite sono diminuite del 7,2% a 118,2 milioni di bottiglie. Si tratta del tasso di vendita più basso dal 1985.
Le esportazioni sono andate anche peggio, con un calo del 10,8% a 153,2 milioni di bottiglie. La domanda di Champagne non era così debole dal 2002, quando le economie mondiali soffrivano il crollo della bolla delle ".com" e le conseguenze degli attentati dell'11 settembre.
Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons (SGV) e co-presidente del Comité Champagne, ha dichiarato: "Lo Champagne è un vero barometro dell'umore dei consumatori. Non è il momento di festeggiare, con l'inflazione e i conflitti globali in atto, oltre all'incertezza economica e politica in alcuni dei nostri principali mercati, come la Francia e gli Stati Uniti".
Il CAC 40, l'indice di riferimento del mercato azionario francese, è sceso del 3% lo scorso anno a causa del calo della domanda di beni di lusso in mercati come la Cina. Si è trattato di una performance negativa se confrontata con quella del suo omologo americano, l'S&P 500, che è aumentato del 23%. Anche il mercato azionario tedesco è aumentato del 18,7%. Nel frattempo, Moody's ha declassato il rating della Francia, citando una prospettiva economica "materialmente più debole".
La Francia non può più contare sull'aumento delle esportazioni per compensare il deficit. SPerdipiù, secondo l'Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), nel 2024 il consumo di vino è sceso ai minimi di 27 anni. L'OIV ha dato la colpa all'inflazione, che ha intaccato il potere d'acquisto dei consumatori, ma si beve meno anche per altri motivi.
Tuttavia, "lo Champagne è un modello organizzativo solido e sostenibile che ha dimostrato il suo valore anche di fronte alle avversità, il che rafforza la fiducia nel futuro", ha dichiarato David Chatillon, presidente dell'Union des Maison de Champagne e co-presidente del Comité Champagne. È in tempi meno favorevoli che dobbiamo prepararci per il futuro, mantenere i nostri piani in termini di sviluppo sostenibile e attrarre nuovi mercati e nuovi consumatori".
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