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Notizie ed opinioni dal mondo dei vini, spiriti e aceti

23 Novembre 2021

Vino e spiriti corrono ma resta l’incognita pandemia e pesa troppo l’aumento dei costi

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di Redazione | in 
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Aumento dei consumi - dopo l'impennata off-trade durante i mesi di lockdown - ripresa dell'export, con l'eccezione di Germania e l'ottima performance in Cina controbilanciata dagli insufficienti valori. L'Italia si conferma comunque primo esportatore mondiale in volume. In forte spolvero gli spumanti in Gdo, dove il 75% delle bottiglie di Charmet secco è Prosecco. Quasi un terzo dei consumatori italiani acquista vino online, ma l'incidenza dell'e-commerce sul totale off-trade è ancora minima (4% nel 2020 contro il 12% di Uk e il 10% della Francia). 

Buoni numeri anche per gli spirits. Nei primi 9 mesi dell'anno si è registrato un aumento dell'8,3% per un valore complessivo di 841 milioni di euro. A guidare il trend gli Aperitivi (23,8% del valore) mentre tra i distillati spicca la Grappa (92 milioni nei primi nove mesi). Nella Gdo i top seller dei liquori sono i Cremosi. Complice la pandemia, gli italiani hanno preso l'abitudine alla "mixology domestica". Spicca infatti il trend degli Aperitivi Pre-miscelati, cresciuti del 43,1% rispetto ai primi nove mesi del 2020.

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Questi alcuni highlights dei dati dell'Osservatorio Federvini presentati oggi a Milano. Dati positivi - ha rilevato la presidente di Federvini Micaela Pallini - che però non devono nascondere le criticità affrontate dalle aziende in questi mesi: dopo i lunghi periodi di lockdown con l'horeca bloccata, alla ripresa ci si deve confrontare con l'aumento selvaggio dei costi logistici e delle materie prime. "Sempre più necessario - ha detto Pallini - un sostegno efficace dello Stato nella promozione sui mercati internazionali di maggior interesse". 

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Sia per i vini che per gli spirits Denis Pantini ed Emanuele Di Faustino di Nomisma hanno rilevato l'incidenza del traino da parte delle aziende di maggiori dimensioni, che generano la gran parte del giro d'affari o del comparto: per gli spiriti l'84% del totale è generato da aziende con più di 50 milioni di fatturato; per i vini quella classe si imprese genera il 41% (in salita dal 38% del 2015), mentre il 38% deriva da aziende con fatturati tra 10 e 50 milioni.

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Per quanto riguarda infine la "terza gamba" di Federvini, gli aceti, è confermata la centralità del balsamico sui mercati esteri. Il balsamico di Modena IGP nel 2020 ha registrato un fatturato al consumo estero di 846 milioni, concentrato sul mercato statunitense.

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Dati interessanti anche dalle ricerche di Trade-Lab sul fuori-casa che sottolineano l'impennata di consumi nei recenti mesi estivi. Il 34% degli italiani ha consumato l'aperitivo fuori casa (era il 26% l'anno prima) ed è stato servito oltre un milione di cocktail al giorno. Lo scontrino medio aumenta del 4,75% se nella consumazione sono compresi vini o spiriti.

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