È partita ieri, 17 ottobre, Vinitaly special edition. La tre giorni, riservata al business e ai professionisti e organizzata da Veronafiere in collaborazione con Ice Agenzia, ha numeri di tutto rispetto: più di 400 aziende espositrici in rappresentanza dell’Italia enoica, tre padiglioni, 200 top buyer esteri provenienti da 35 nazioni, oltre a quelli accreditati dalle aziende o a partecipazione diretta, un programma di 50 degustazioni e 12 convegni.
Si tratta di una manifestazione in versione smart e sicura (accesso solo con Green pass), diretta ad accelerare il vino tricolore e le aziende italiane sui mercati internazionali.
È anche il terzo evento dedicato all’industria del vino indetto da Veronafiere - dopo gli appuntamenti estivi con OperaWine e Vinitaly Preview - nel percorso di avvicinamento alla 54ª edizione di Vinitaly, in programma a Verona dal 10 al 13 aprile 2022.
A valle un settore, l’enologia nazionale, che comprende più di 310mila aziende agricole e 45.600 imprese vinificatrici, di cui 518 cooperative che realizzano il 50% della produzione (Ismea, luglio 2020).
E non è tutto: secondo i dati del Mipaaf sono 526 i riconoscimenti comunitari della produzione vinicola italiana (Dop, Doc e Igp).
Secondo l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor sui dati doganali nei primi 7 mesi di quest’anno - rilevati nei 13 principali mercati acquirenti dell’Italia -, dopo un 2020 chiuso a 6,3 miliardi di euro, con una perdita a valore del 2,3% sul 2019, l’export di vino tricolore rialza la testa e, da Est a Ovest, gli ordini parlano italiano.
Rispetto a gennaio-luglio 2020 le vendite a valore sono in rialzo dell’11,1%. A dare segni positivi sono tutte le principali piazze del nostro vino, con Stati Uniti e Germania più vitali che mai, con balzi rispettivamente del 9,5% (a 1,1 miliardi di euro) e del 9,9%. Ma anche Svizzera, Canada e soprattutto Russia e Cina, segnano incrementi notevoli e fanno passare in secondo piano l’andamento lento degli ordini da Regno Unito (comunque stabile), e Giappone (-1,8%), su cui pesano i lunghi lockdown durati fino a 3 mesi fa.
Anche nei prezzi medi il 2021 registra una netta ripresa rispetto all’ultimo anno (+8%). In generale vanno bene sia i vini fermi (+10,5%), sia, soprattutto, gli sparkling (+18%).