Mangiare e bere vale 5 MW, ma per un giorno si punta a viaggi flash, inesa Brambilla-Romano per promozione
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(ANSA) - VERONA, 9 APR - Il nome ufficiale è 'turismo enogastronomico', ma e' riduttivo dire che si va in giro per magiare e bere, possibilmente bene? In Italia succede sempre di piu', con un giro d'affari calcolato tra i tre e cinque miliardi di euro l'anno, in continuo aumento. Si compra anche tanto, per portare a casa un buon ricordo (solo in bottiglie di vino acquistate direttamente in cantina 1,2 miliardi di euro), ma si rimane in viaggio sempre meno: per piu' della meta' degli 'enogastronomoturisti' un solo giorno. Cosi' dicono Censis, Citta' del Vino e Coldiretti di un comparto sul quale si e' mosso anche il governo, con la firma al Vinitaly di Verona di un protocollo di intesa tra il ministro dell'Agricoltura, Saverio Romano, e quello del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. "Vogliamo promuovere insieme un settore che l'anno scorso ha visto 18 milioni di presenze, il 35% delle quali italiane, un comparto che vale da solo il 5% delle presenze turistiche in Italia", commenta Brambilla, che per ora ha stanziato 8 milioni di euro per l'aiuto alla costituzione di 'vie del gusto' nelle diverse Regioni. "Noi abbiamo avviato un bando da 10 milioni di euro per le produzioni nazionali agricole, perche' nel vino come in tutta la filiera agroalimentare il nostro obiettivo primario e' la tutela della qualita' dei prodotti 'made in Italy', aggiunge Romano. Secondo Censis e l'associazione Citta' del Vino, in media questo turista spende in Italia 193 euro al giorno, in forte crescita rispettosi 149 euro quotidiani del 2003 (+18% al netto dell'inflazione). Soldi destinati, secondo lo studio, al 32,6% al pernottamento, al 20,7% alla ristorazione, al 20,2% all'acquisto di prodotti tipici alimentari, al 17,1% per l'acquisto di vino, al 4,1% per prodotti di artigianato locale e per il restante 5,2% per servizi vari. Alle destinazioni classiche dotate di un brand territoriale forte (dalle Langhe alla Franciacorta al Chianti Classico) se ne aggiungono continuamente di nuove. Da un lato i luoghi dove si organizzano eventi di grande richiamo - mostre d'arte, concerti, festival culturali, stagioni operistiche - in prossimita' di territori ad alta vocazione enogastronomica, come Verona e la Valpolicella, la Toscana di Firenze e Siena. Dall'altro sempre di piu' le citta' d'arte puntano anche sull'offerta enogastronomica dei territori circostanti: tra gli esempi maggiori ci sono Venezia-Conegliano-Valdobbiadene; Pienza-Montalcino-Montepulciano; le Marche; Lecce-Salento; Perugia-Assisi-Montefalco; Agrigento-Menfi. "Proprio nel '93 a Vinitaly e' partito il primo movimento sul turismo legato all'agroalimentare e all'enogastronomia di qualita", commenta il presidente di Veronafiere, Ettore Riello, durante la firma del protocollo d'intesa tra i due ministeri, mentre Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini, l'associazione di Confindustria del comparto, afferma che "in questo modo si promuove la creazione di un circuito nazionale avviando un processo di aggregazione fondamentale per superare le iniziative 'isolate' spesso svolte da Regioni o comunita' locali". (ANSA).