A rischio le importazioni di vino italiano in Russia
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Da ieri operativi nuovi dazi russi per frenare l’import, che mettono i vini italiani in posizione di forte svantaggio
Roma , 5 luglio 2011 - In queste ore il vino italiano si trova ad affrontare le conseguenze di una decisione fortemente discriminatoria assunta da Mosca con preavviso minimo, che potrebbe vanificare tutte le attenzioni che gli operatori nazionali hanno dedicato a quel mercato.
Da ieri operativi nuovi dazi russi per frenare l’import, che mettono i vini italiani in posizione di forte svantaggio
Roma , 5 luglio 2011 - In queste ore il vino italiano si trova ad affrontare le conseguenze di una decisione fortemente discriminatoria assunta da Mosca con preavviso minimo, che potrebbe vanificare tutte le attenzioni che gli operatori nazionali hanno dedicato a quel mercato.
La dogana russa ha infatti modificato il valore minimo (il cosiddetto customs profile) dei vini italiani fissandolo, a partire da lunedì 4 luglio, al livello di 3 dollari per litro (2,12 euro per litro), ovvero circa 1,60 euro per il formato da 0,75 L. Contemporaneamente sono stati fissati anche i valori minimi per i vini francesi e spagnoli al livello di 1,22 EUR al litro, ovvero 0,80 euro per la bottiglia da 0,75 L.
La decisione modifica radicalmente la prassi in uso che non prevedeva un valore minimo per il vino italiano, e vedeva tutti gli importatori dichiarare il costo reale del prodotto.
“La decisione di Mosca da’ il via a un nuovo protezionismo su uno dei mercati di sbocco per noi tra i più dinamici”, ha dichiarato il Presidente di Federvini, Lamberto Vallarino Gancia. “Il settore vinicolo italiano è estremamente preoccupato per questa iniziativa che mette i vini nazionali in una posizione di forte svantaggio rispetto ai nostri competitor, Francia e Spagna, alle cui importazioni di vino verranno applicati criteri e valori decisamente più fedeli alla realtà. Questo intervento così pesante, che rappresenta di fatto una barriera per le importazioni di vino italiano in Russia, rischia di colpire un mercato che lo scorso anno è cresciuto del 60% e ha generato un valore annuo superiore ai 100 milioni di euro”.
Ufficio Stampa Federvini - MSL Italia
Elena Zaco