La Calabria del vino: nuovo sud, fresco sud
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Descrivere la Calabria del vino vuol dire descrivere un territorio unico, una combinazione di elementi esclusivi che non la fanno simile a nessun altro luogo del vino, in Italia e nel mondo.
Il primo elemento distintivo è la sua collocazione geografica; al centro del Mediterraneo, una regione del Sud Italia, come altre più famose ce ne sono, Sicilia e Puglia in primis, la Calabria sta proprio nel mezzo.
Una lingua, la punta dello stivale Italia, circondata dal mare, circa 800 chilometri di costa la collocano fra le località balneari più ambite e fanno immaginare stagioni estive calde e siccitose.
Se poi si prova ad addentrarsi all'interno, a pochi chilometri dal mare, in poco tempo, attraversando dolci colline, la sua unicità si apre sui paesaggi silani, fino a 2.000 metri di altitudine, pianori di pascoli gialli o verdi, macchiati da pinete secolari, abbassano drasticamente le temperature.
Di colpo ci si allontana mille chilometri dal Sud caldo e si scopre che la Calabria è un fresco Sud.
Un Sud contraddittorio, complesso, estremamente variabile e versatile, che offre tanti e diversi paesaggi e climi in pochi chilometri, mare, caldo, collina, fresco, montagna, freddo.
Quale vino in Calabria quindi?
Non un vino, ma tanti vini, non un vino caldo del Sud, ma un vino fresco del Sud.
Un fresco soleggiato potremmo dire: la luce del Sud, utile per l'accumulo degli zuccheri dell’uva e il fresco della Calabria che evita la degradazione degli acidi, dei quali beneficia il futuro vino.
Una delicate, piacevole acidità, che si riscontra nei vini di Gaglioppo a Cirò, area vitivinicola jonica ai piedi della Sila Greca, nella quale questo vitigno, di antichissime origini, si è fatto ben conoscere dai viticoltori locali che lo trasformano in un fresco e profumato rosato e un rosso strutturato ed elegante.
Equilibrio che si riscontra pure nei vigneti collinari e pedemontani della Sila cosentina e del Pollino, nei vini rossi generosi e longevi cui dà origine il Magliocco dolce, uva base dei vini denominati Terre di Cosenza.
Un panorama vitivinicolo arricchito dai vini di Magliocco Canino di Lamezia, nelle colline degradanti verso il mar Tirreno, e dal vitigno Calabrese (in Sicilia chiamato Nero d’Avola) dei vigneti coltivati sulle pendici dell’Aspromonte, altra vetta calabrese dal clima e l’ambiente unico che affaccia sui due mari, Tirreno e Jonio.
E sui costoni jonici aspromontani, nei comuni di Bianco e Casignana, la tradizione millenaria dei viticoltori locali, di appassire le uve su graticci al sole prima di vinificare, dà origine a due vini dolci ormai rari: il Greco di Bianco, fine e delicato, e il Matonico di Bianco, più austero e strutturato. Per un altro vino dolce di grande tradizione e storia antichissima bisogna attraversare l’intera regione e raggiungere il piccolo borgo di Saracena, nel cuore del Parco del Pollino ai confini con la Basilicata.
Le uve del vitigno Moscatello appassito, si mescolano con il mosto e concentrato a caldo di Guarnaccia e Malvasia, per fondere le proprie caratteristiche in quello che diventerà un originale vino dolce, da sempre conosciuto come il “Moscato di Saracena”.
La Calabria del vino?
Un nuovo, fresco e diversificato Sud Italia, da vedere, da odorare, da assaggiare.
Gennaro Convertini
Calabria rurale