A Bordeaux la vendemmia più scarsa dal 1991
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Questo forte calo si spiega in particolare con la riduzione da 103.000 a 95.000 ettari di vigneti, a causa di due successivi piani di estirpazione che hanno portato la superficie coltivata al livello più basso dal 1985, ben lontano dai 125.000 ettari coltivati all'inizio degli anni 2000. Inoltre nel distretto produttivo di vini iconici come Medoc, Saint-Emilion, e Pomerol ci sono stati anche gli effetti del gelo, della muffa, di un fungo devastante causato dalle abbondanti precipitazioni primaverili che impedisce la fecondazione dei fiori. Queste condizioni hanno influito sulla resa delle viti, pari a 35,1 ettolitri per ettaro rispetto ai 37,2 del 2023.
Il Consiglio Interprofessionale del Vino di Bordeaux (Civb), tuttavia, spera che questa scarna vendemmia possa in parte porre rimedio alla sovrapproduzione che ha colpito Bordeaux negli ultimi anni, consentendo lo svuotamento delle cantine e l'aumento del prezzo del vino sfuso. "Dovrebbe accadere nei prossimi mesi o anni", stima Christophe Chateau, direttore della comunicazione del Civb. "L'anno scorso abbiamo commercializzato 3,5 milioni di ettolitri e ne abbiamo prodotti 3,3 milioni. Quindi, se vendiamo più di quanto produciamo, significa che siamo in grado di rispondere alla domanda, o anche che attingeremo alle nostre scorte e quindi i prezzi aumenteranno", spiega all'Afp.
Resta l'interrogativo sul mercato americano, primo mercato d'export in valore per Bordeaux (340 milioni di euro di fatturato nel 2024) visto il rischio di dazi doganali che grava sul settore vitivinicolo dopo il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.
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