Usa: il sorpasso della Francia che cresce a due cifre
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L'export di vino fotografato dall'Istat per il 2017 conferma il primato del mercato statunitense. Le vendite all'estero si concentrano su tre paesi: Usa, Germania e Regno Unito, dove si registra un indice di concentrazione delle nostre vendite del 53,4%.
Secondo le elaborazioni di Vinitaly-Nomisma su base dei dati ufficiali dei diversi Paesi produttori, l’anno scorso si è chiuso con un nuovo record in valore dell’export mondiale di vino - oltre 31 miliardi di euro - con i principali player in grande crescita. Nella classifica per performance, vince l’Australia (+15,1% per un controvalore di 1,8 miliardi di euro), seguita dalla Francia (+9,9%, 9,1 miliardi di euro), dalla Spagna (+6,5%, 2,8 miliardi di euro), dal Cile (+6,3%, 1,8 miliardi) e dall’Italia (+6,2%, 5,9 miliardi di euro). L’Italia tiene bene con gli sparkling (+13,6%, 1,4 miliardi di euro), vero traino della domanda mondiale anche nel 2017, mentre cresce meno sui fermi imbottigliati (+4,4%, 4,2 miliardi euro).
Se gli Stati Uniti si confermano il principale mercato della domanda mondiale e in particolare per Francia (+14,3% a 1,6 miliardi di euro) e Italia (+3,6% a 1,4 miliardi di euro), volano i partner asiatici e rallentano quelli europei. E nell’Ue si colloca oltre il 50% (3 miliardi di euro) del totale del commercio italiano di vino nel mondo: un’incidenza più alta rispetto alla Francia che vende nel Vecchio Continente il 41% del suo prodotto. Nella geografia delle esportazioni dei due Paesi leader, la Francia accelera ancora in Asia - che rappresenta ormai il 27% delle vendite globali transalpine (a 2,45 miliardi di euro) - mentre per l’Italia la stessa area vale il 7% dell’export, a 419 milioni di euro.
Per quanto riguarda acquaviti e liquori l’Italia nel 2017 ha esportato all’estero un valore pari a 776 milioni di euro: il primo paese di destinazione delle vendite è la Germania (191 milioni di euro), seguita da Stati Uniti (81,8 milioni di euro) e Regno Unito (78,6 milioni).