Nel 2018 il Pil è cresciuto del 2%. Basterà a bilanciare la recessione dell'anno in corso?
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L'Ufficio Studi di Federalimentare ha reso note le prime valutazioni del PIL 2018 sull’intero primo semestre 2019. Il PIL 2018 in valori correnti dovrebbe attestarsi attorno a quota 1.760 miliardi di euro, con un aumento del +2% in valori correnti sui 1.725 miliardi del PIL 2017. L’incremento è la somma di un punto grezzo di crescita oggettiva (ereditata dai primi mesi dell’anno) e di un altro punto circa legato all’inflazione.
L’inerzia della recessione tecnica in atto porterà a un trend del PIL 2019 del tutto stagnante. E’ difficile che il -0,2% del quarto trimestre 2018 - che si spalmerà, forse appesantito, sull’intero primo semestre 2019 – possa venire compensato e ribaltato da un impulso di crescita corposo nel secondo semestre. La possibilità di irrigare rapidamente il sistema con forti investimenti anticiclici appare frenata dalle incertezze teorico-pratiche fin qui emerse nella politica economica del governo e dalla oggettiva scarsità delle risorse disponibili. Per cui, il 2019 potrebbe chiudersi, nella migliore delle ipotesi, con un aumento simbolico del PIL in valuta costante attorno al +0,2-0,3%.
Da quanto premesso, deriva che il contesto consentirà difficilmente all’export di settore 2019 di accelerare la spinta attorno al +3% registrata in chiusura 2018. E’ auspicabile che le performance di produzione ed export del settore riescano a replicare i trend di chiusura 2018. Rimarranno i segni positivi, ma essi rischiano di essere più pallidi. Il 2019 si profila insomma come un anno interlocutorio, affidato più che mai alle autonome capacità imprenditoriali di reazione, in attesa di una convincente inversione del ciclo nazionale e internazionale nel 2020.
Fonte: Ufficio Studi Federalimentare