La vetrina digitale del vino italiano: come cambia la strategia delle aziende post-pandemia
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È LinkedIn la piattaforma preferita dalle aziende vinicole italiane. Lo rivela la decima edizione della ricerca condotta da Omnicom PR Group Italia, che si è concentrata sull'attività online delle prime 25 aziende vinicole italiane per fatturato, secondo di dati 2023 di Mediobanca. LinkedIn è la piattaforma che registra una maggior percentuale di crescita, con un +260% di follower in aggregato mentre Instagram si conferma il social maggiormente utilizzato e Facebook conferma il generale calo. Ancora bassi i numeri su Wikipedia (si conta la presenza di 9 cantine) e TikTok, con sole 5 aziende su 25.
Rispetto a dieci anni fa i contenuti social spaziano dal prodotto sino a tutto l'universo che lo circonda, dal territorio alla sostenibilità. Stabile la situazione degli e-commerce: dopo la crescita del 2022, quest'anno ci si attesta sul numero di 13 cantine su 25.
Crescono le iniziative che fuoriescono dall'online dopo il periodo della pandemia: 15 cantine su 25 propongono attività differenti e il 56% di loro in loco. Sono 14 le cantine che prediligono le attività in presenza, tra workshop, eventi speciali e picnic tematici. Sempre molto gettonato il food pairing, che coinvolge 19 aziende su 25. Il 68% menziona i vitigni autoctoni mentre rimane intensa la realizzazione di iniziative di sostenibilità legate al territorio (Environmental) con 24 cantine su 25. Crescono le iniziative sull'impatto sociale. Potenziale ancora inespresso sono le buone pratiche di governance. Le lingue? Quelle più utilizzate, oltre all'italiano, sono inglese, tedesco e cinese e sui social 14 aziende su 25 propongono contenuti in lingua straniera.
Per quanto riguarda l'interazione con le chat, 9 aziende su 25 hanno risposto entro 24 ore a richieste di informazioni, tutte su Messenger.
"In 10 anni il comparto italiano del vino ha abbracciato il digitale in modo sempre più efficace, comunicando inizialmente le eccellenze dei prodotti per poi legarle solidamente a territorio e filiera - afferma Massimo Moriconi, General Manager e A.D. di Omnicom PR Group Italia -. I canali social sono stati ‘testati’ nel tempo per poi essere selezionati in modo netto in base ai pubblici specifici delle aziende del comparto. L’e-commerce - come per altri settori del made in Italy - è stato esternalizzato in una prima fase per poi diventare proprietario, permettendo così una maggiore vicinanza ai clienti durante tutte le fasi di acquisto oltre a favorire esperienze di marca a vario titolo.Le aziende che hanno investito bene nel digitale sono riuscite a gestire meglio il periodo pandemico e a lavorare prima di altre su progetti ‘vino 4.0’ e di tracciabilità su blockchain. Oggi, il ritorno alla fisicità della comunicazione rappresenta un fattore da proteggere unitamente ai percorsi di sostenibilità intrapresi da molte cantine. Per il futuro prevediamo ulteriori investimenti in tecnologia e agricoltura di precisione, anche al fine di mitigare per quanto possibile gli effetti del cambiamento climatico. Ancora una volta il settore potrà essere fonte di best practice a livello nazionale e internazionale".