Venezia: l'acqua alta "salva" le vigne
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Nella laguna di Venezia l'acqua alta sembra aver finora risparmiato il mondo del vino. Il direttore del Consorzio Vini Venezia Stefano Quaggio ha annunciato che i "vigneti che preservano la rappresentanza genetica della vite a Venezia per ora sono salvi, compreso quello dei Carmelitani scalzi e quello di Torcello". "Mi considero un miracolato" dice Michel Thoulouze, proprietario di "Orto di Venezia", tenuta vinicola di 11 ettari nell'isola di Sant'Erasmo. "Se l'acqua fosse salita ancora di cinque centimetri - racconta - ci sarebbero stati danni importanti. Invece ne ho riportato pochi. Ora - aggiunge il viticoltore che ha riportato in auge vitigni antichi con tecniche tradizionali - voglio essere vicino a chi ha avuto danni ed ho deciso di regalare una Magnum ai ristoratori di Venezia, meno fortunati di me". Le stesse Magnum che si trovano sulle tavole di cuochi celebri come Alain Ducasse.
"Stiamo provvedendo a bagnare e lavare la vite con l'acqua per togliere dalla coltura il sale marino, cercando così di eliminare la sua aggressività e utilizzando anche il gesso per recuperare il vitigno finito sott'acqua due volte, lunedì e venerdì" racconta Gianluca Bisol, che nella tenuta vitivinicola "Venissa" sull'isola di Mazzorbo in questi anni ha recuperato la Dorona, una varietà autoctona quasi scomparsa con l'alluvione del 1966.
Anche Venissa ha avviato un'azione di solidarietà nei confronti di tutte le attività ristorative di Venezia che hanno subito danni: "abbiamo deciso di mettere all'asta 6 Magnum di vecchie annate del vino Venissa per un valore che può arrivare a circa 5mila euro".