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11 Maggio 2018

Unesco, doccia fredda per le colline di Conegliano-Valdobbiadene

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di Francesca Liistro | in 
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Arriva il primo stop al sogno del territorio di Conegliano-Valdobbiadene di far rientrare le sue colline nel patrimonio dell'Unesco. Un sogno cullato da Zaia fin dal lontano 2008, quando, allora ministro per le politiche agricole, lanciò la candidatura dei colli tra Conegliano e Valdobbiadene. La notizia era già trapelata nei mesi scorsi, ma ieri è arrivata la conferma ufficiale dalla Regione Veneto con una nota del coordinatore scientifico per la candidatura delle Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, professor Amerigo Restucci.

"E' stato pubblicato il primo esito della valutazione tecnica sul dossier di candidatura de “Le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiaddene” – si legge nella nota –. Come previsto l’esito non è positivo non certo per motivi ambientali, come era stato erroneamente detto da taluni nei giorni scorsi sui quotidiani locali, ma perché l’organo tecnico di valutazione ritiene che il territorio veneto non sia unico nel suo genere. Tuttavia, al di là dell’esito, gli stessi valutatori sottolineano le bellezze del nostro territorio, la capacità gestionale, la storicità di un territorio di cui, nel giudizio di valutazione, si sottolinea il valore mondiale. La valutazione espressa, quindi, pur concludendosi, per il momento, con un giudizio negativo, evidenzia i tanti pregi del territorio candidato: è proprio facendo leva su questi pregi che lavoreremo nei prossimi giorni per arrivare ad un giudizio finale positivo". 

Ricordiamo, infatti, che il rapporto pubblicato oggi costituisce una raccomandazione tecnica dell’organo consultivo dell’Unesco, l’International Council on Monuments and Sites (ICOMOS), prevista dalle regole della Convenzione sul Patrimonio Mondiale. La valutazione conclusiva è invece affidata al Comitato del Patrimonio, che è un organo politico eletto dagli Stati membri della Convenzione del 1972 e che può accogliere, modificare o integrare la raccomandazione tecnica. Del Comitato, che si riunirà in Bahrein dal 24 giugno al 4 luglio, fanno parte 21 Paesi, in rappresentanza di tutte le aree geografiche del mondo (in questo biennio: Angola, Australia, Azerbaijan, Bahrain, Bosnia e Herzegovina, Brasile, Burkina Faso, Cina, Cuba, Guatemala, Indonesia, Kuwait, Kyrgyzstan, Norvegia, Saint Kitts and Nevis, Spagna, Tanzania, Tunisia, Uganda, Ungheria, Zimbabwe).

"Da qui a fine giugno – conclude Restucci – proseguiremo, quindi, nel nostro lavoro per esaltare gli aspetti positivi indicati nel dossier e dimostrare ai membri del comitato dell’Unesco che il territorio veneto non solo è bello ma è anche unico al mondo. Giova, infine, ricordare, a titolo di cronaca, che l’Italia, avendo il primato mondiale dei siti riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità, sconta da anni un giudizio tecnico sui nuovi dossier di candidatura molto critico". 

Sorte analoga era accaduta, infatti, anche nel caso della candidatura del paesaggio vitivinicolo delle Langhe-Roero e Monferrato, dove il giudizio iniziale dei valutatori era stato negativo; ugualmente è accaduto lo scorso anno con il dossier di candidatura de “Le Faggete vetuste”, il cui esito è stato poi ribaltato dal comitato del patrimonio mondiale grazie ad un lavoro costante dell’ambasciatrice italiana all’Unesco, Vincenza Lomonaco.

"Con questa consapevolezza – conclude la nota –, siamo convinti che il Ministero degli Esteri, che ha ora la responsabilità di gestire il negoziato internazionale, insieme alle altre Amministrazioni coinvolte, grazie anche alle capacità negoziali dell’ambasciatrice Lomonaco, saprà far valere le nostre ragioni e dimostrare al mondo l’unicità delle colline di Conegliano e Valdobbiadene".

 

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