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05 Marzo 2020

Senato, interrogazione sulle agevolazioni a spiriti e prodotti alcolici intermedi

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di Redazione | in 
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Nella seduta di mercoledì 4 marzo è stata presentata un’interrogazione del sen. Perosino (FI, Comm. Finanze) con cui si chiede al Ministro dell’economia e al Ministro delle politiche agricole di ridurre del 2% il livello di accisa ed eliminare l'obbligo del contrassegno di Stato sugli spiriti e sui prodotti alcolici intermedi. In tal modo, secondo l’interrogante, si può sostenere il comparto degli aperitivi, dei distillati e dei liquori, in larghissima parte costituito da imprese familiari italiane, prevalentemente piccole e medie, diffuse su tutto il territorio nazionale, vocate alle produzioni tradizionali tipiche del nostro Paese, che hanno senza dubbio titolo ad essere considerate un'eccellenza del made in Italy nel mondo.

Di seguito il testo dell’atto:

"Ai Ministri dell'economia e delle finanze e delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:

il settore degli spiriti, che comprende una larghissima famiglia di prodotti di grandissima tradizione storica italiana consumati come aperitivo o come fine pasto, genera per l'economia italiana un valore aggiunto stimabile in poco meno di 4,5 miliardi di euro, con un numero di occupati pari a 228.000 persone, e l'equivalente di 2,6 miliardi di euro di gettito alle casse dello Stato sotto forma di entrate fiscali contributive e di accise;

in Italia, i consumi di spiriti sono strutturalmente in calo a partire dagli anni '70, e solo la categoria "liquori e distillati" ha registrato un calo superiore al 60 per cento;

il settore della birra ha goduto negli ultimi anni di ripetute riduzioni dell'accisa, che è stata ridotta dell'equivalente del 2 per cento, a beneficio di tutto il settore;

il patrimonio economico, sociale e culturale rappresentato dai produttori di aperitivi, liquori, amari, distillati é a rischio, soprattutto a seguito della decisione del Governo americano di applicare, dal 18 ottobre 2019, dazi compensativi sui liquori e gli spiriti italiani in misura pari al 25 per cento ad valorem, che rimarranno invariati almeno fino all'agosto 2020, quando si procederà a una nuova revisione dei prodotti soggetti all'imposta doganale;

i dazi compensativi, in alcuni casi, determinano un aumento del prezzo superiore anche al 35 per cento del valore del bene, che rischia di determinare una perdita occupazionale di quasi 1.000 addetti tra le fila delle piccole e medie imprese, che producono liquori e che esportano negli USA;

il settore degli spiriti e dei prodotti alcolici intermedi è inoltre sottoposto al pagamento del contrassegno di Stato, che però nella pratica non ha più alcuna funzione di "certificazione" né offre particolari condizioni di controllo quanto all'effettivo pagamento dell'accisa (dovuta a monte prima dell'immissione in commercio), ed ha altresì cessato di avere qualunque funzione di certificazione di originalità e autenticità,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo intendano assumere disposizioni normative a titolo compensativo, riducendo del 2 per cento il livello di accisa ed eliminando l'obbligo del contrassegno di Stato sugli spiriti e sui prodotti alcolici intermedi, così da sostenere il comparto degli aperitivi, dei distillati e dei liquori, in larghissima parte costituito da imprese familiari italiane, prevalentemente piccole e medie, diffuse su tutto il territorio nazionale, vocate alle produzioni tradizionali tipiche del nostro Paese, che hanno senza dubbio titolo ad essere considerate un'eccellenza del made in Italy nel mondo".

 

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