Non solo Champagne, la legge russa può interessare anche gli altri vini
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La legge firmata dal presidente Putin che di fatto vieta ai produttori di Champagne di riportare la denominazione in etichetta in cirillico (optando per la definizione spumante) e che ha fatto infuriare i produttori francesi in realtà potrebbe avere implicazioni più vaste.
Come sottolinea Federvini, infatti, il provvedimento modifica sia la legge federale n. 171-FZ sulla "Regolamentazione della produzione e circolazione delle bevande alcoliche e sulla limitazione del consumo", sia la legge federale n. 468-FZ sul vino e i prodotti a base di vino.
In attesa di maggiori dettagli si può ipotizzare che il testo normativo possa avere un impatto molto ampio. Il provvedimento infatti abroga l'articolo 2.5 della legge federale 468 che riconosceva i trattati internazionali come fonti giuridiche di rango superiore: ciò determinerebbe maggiore confusione rispetto al Regolamento Tecnico dell’Unione economica eurasiatica in corso di revisione.
La delegazione Ue a Mosca a breve incontrerà il Segretariato dell’Unione doganale eurasiatica: il Comité Vins ha già segnalato la questione della gerarchia delle fonti giuridiche per chiedere conferma se il regolamento tecnico dell’Unione economica eurasiatica prevarrà sulla legge sul vino una volta entrata in vigore, in linea con gli obblighi internazionali della Russia.Intanto però è stato annullato dalle autorità russe senza spiegazioni l'incontro con il Rosselkhodnadzor - organo di controllo russo - previsto questa settimana.
La questione è ovviamente di rilievo per i produttori italiani che nel 2020 hanno esportato verso la Russia vini e mosti per un valore di 125,9 milioni, di cui 56,4 milioni di spumanti.
Nel frattempo, infine, Il Comitato Speciale per l’Agricoltura ha affrontato oggi la questione della lingua russa come lingua ufficiale dell'OIV.