Italia vs Francia: il Brunello sfida i grandi d'Oltralpe
- undefined
Si sta chiudendo a Montalcino (dal 15 al 18 febbraio 2019) una delle anteprime italiane più attese: Benvenuto Brunello 2019. Ad aprire la tregiorni è stato un convegno dedicato alla storica rivalità tra Francia e Italia su qualità e prezzi. Ma questa volta, invece di sfidarsi, i due Paesi hanno cercato un obiettivo comune: valorizzare i grandi rossi nostrani e d'Olptralpe nel mondo. Alla tavola rotonda condotta dal caporedattore del Corriere della Sera Luciano Ferraro dal titolo “Super Vini e Super Prezzi – Il Brunello e i Francesi” hanno così partecipato il giornalista Federico Quaranta, Giampiero Bertolini della Tenuta Biondi Santi Il Greppo, l’enologo di Chateau Giscours Chateau Du Tertre Lorenzo Pasquini e Jerome Gautheret, corrisponde dall’Italia per Le Monde e proprietario di Maison Louis Latour. Il tutto innescato dal focus di Nomisma Wine Monitor su "Mercato e competitività dei vini rossi italiani di qualità: un confronto Italia/Francia e il posizionamento del Brunello di Montalcino".
Da questo confronto sono emerse indicazioni utili per i produttori italiani per capire cosa dice il consumatore o in quali mercati un paese è più forte dell’altro e dove si può fare sinergia. E soprattutto come colmare il gap che vede i vini francesi di pregio sempre avanti, magari sfruttando proprio la loro capacità di saper valorizzare il vino attraverso il sogno e il mito che ci sono dentro una bottiglia di grande rosso.
E i dati di Nomisma hanno offerto il punto di partenza: se sui vini rossi in genere il valore dei prezzi medi all’export è di 4,65 euro al litro per l’Italia, contro i 6,09 euro per la Francia, nei rossi Dop il divario si alza ancora di più, con i francesi a quota 9,14 euro al litro, e gli italiani a 5,52. Ed il confronto tra le regioni più importanti dei due Paesi è ancora più duro: i grandi rossi di Borgogna sono venduti, in media, a 25,5 euro al litro, quelli di Bordeaux a 12,05 euro. Il Piemonte, prima Regione italiana in questo senso, esporta a 9,12 euro al litro, la Toscana a 6,89, il Veneto a 5,75.
Secondo l’indagine, comunque, il 35% dei consumatori associa il Brunello al concetto di “ottima qualità”, il 25% a quello di “lusso”, il 21% a quello di “tradizione e classicità”. Un vino da occasione, che la maggior parte dei consumatori (44%) tra i 18 ed i 65 anni beve 2-3 volte al mese, o ancor più raramente (anche se c’è un 34,7% che nell’ultimo anno non ne ha bevuto affatto).
Con un giro d’affari di 160 milioni di euro e 3.500 ettari vitati, di cui 2.100 a Brunello di Montalcino, e un export che copre il 70% della produzione e del giro d’affari, il più prezioso dei vini di Toscana ha visto debuttare a Benvenuto Brunello 2019, l’annata 2014 e la Riserva 2013.