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22 Aprile 2020

Il Consiglio europeo domani discuterà la proposta di Recovery Fund

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di Redazione | in 
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Il Consiglio europeo di giovedì 23 aprile discuterà la proposta di Recovery Fund già avallata genericamente dall’Eurogruppo del 9 aprile scorso.

Al momento, non sono chiari né la struttura né la fonte di finanziamento, così come l’importo. La discussione del 23 aprile sarà dunque interlocutoria, anche perché su questi elementi essenziali gli Stati membri non hanno una posizione comune: a cominciare dal punto se lo strumento debba essere uno strumento fuori dal Quadro Finanziario Pluriennale/QFP (il bilancio settennale dell’UE), come sostenuto dalla Francia, o se debba essere integrato nel QFP, malgrado i limiti imposti dal Trattato UE, come vorrebbero invece la Commissione e la Germania. Quest’ultima soprattutto preoccupata di dover gestire un negoziato sotto la propria Presidenza di turno semestrale (luglio-dicembre) e un eventuale e probabile fallimento negoziale, che porterebbe all’esercizio provvisorio, con un peggioramento del saldo netto della Germania stessa e dei Paesi del Nord.

La Commissione dovrebbe presentare una proposta di QFP 2021-2027 il 29 aprile ma il legame di quest’ultimo con il finanziamento diretto o indiretto del Recovery Fund, potrebbe determinare uno slittamento della data.

In vista del vertice del 23 aprile, il premier spagnolo Pedro Sanchez ieri ha proposto un Recovery Fund da circa 1.500 miliardi di euro sia finanziato attraverso debito perpetuo dei Paesi dell’Ue da assegnare tramite trasferimenti, e non come debito, tra i Paesi maggiormente colpiti dalla crisi.

Il fronte dei Paesi maggiormente colpiti, soprattutto mediterranei, sembra andare in ordine sparso, sottovalutando che per alcuni Stati membri sarà già problematico far approvare ai rispettivi Parlamenti nazionali il meccanismo SURE per finanziare la cassa integrazione dei Paesi più in difficoltà.

Come prevedibile, l’introduzione di eventuali ulteriori strumenti innovativi richiederà tempo, anche per la verifica degli aspetti giuridici, e una solida maggioranza politica in grado di guadagnare il consenso di tutti.

La prossima riunione in videoconferenza dei 27 leader potrebbe svolgersi fra due o massimo tre settimane.

 

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