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29 Luglio 2021

Flessibilità Ocm vino: la filiera chiede proroga per la presentazione varianti

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di Redazione | in 
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Conto alla rovescia per l'approvazione del decreto Mipaaf sulla Flessibilità Ocm vino che prevede, come richiesto dagli operatori, le varianti dei programmi per far fronte ai cambiamenti generati dalla pandemia tuttora in corso.

Ma il testo continua a preoccupare la filiera in merito al mancato riconoscimento da parte del Mipaaf del Covid come 'circostanza eccezionale e causa di forza maggiore' mantenendo, all'articolo 17 comma 1 lettera c del decreto ministeriale, le sanzioni per le aziende che non riescono ad ottemperare agli obblighi a fronte dell'emergenza Covid per i programmi in corso. Giustificando così il mantenimento della sanzione dell'esclusione dai finanziamenti comunitari per due anni laddove la rendicontazione degli attuali programmi presenti non raggiungano una soglia di ammissibilità delle spese progettuali almeno pari all’80% del totale.

Il 27 luglio la filiera (che rappresenta circa il 90% di un export da 6,3 miliardi di euro), in una lettera firmata dai presidenti di Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc, Assoenologi, Alleanza Cooperative (Confcooperative-Legacoop- Agci), Confagricoltura, Cia e Copagri, ha nuovamente scritto al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e ai presidenti delle Regioni per chiedere che non venga anticipata al 10 settembre la scadenza come previsto dall'ultimo testo messo a punto. Spostando il termine di presentazione della documentazione relativa alle varianti al 30 settembre, "dato che il Covid ha cambiato il mondo”. E quindi anche la possibilità di fare promozione all’estero.

Secondo rumors la data di presentazione sarà spostata al 20 settembre.

Si legge nella lettera:

"Sottoponiamo alla vostra attenzione una criticità presente nello schema di decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali su OCM vino, misura “Promozione nei Paesi terzi” – Modificativo del DM Mipaaf n.3893 del 4 aprile 2019, che sarà analizzato nella prossima conferenza Stato Regioni del 29 luglio. Il testo valutato nella seduta della Commissione delle Politiche agricole del 22 luglio scorso ha riportato alcune modifiche, fra cui l’anticipo della data per la presentazione delle varianti che riducono i costi totali del progetto al 10 settembre 2021.

Tali varianti, che tutte le organizzazioni della filiera vitivinicola hanno sostenuto ed apprezzato, consentono agli operatori di rivedere la spesa inserita nel proprio progetto di promozione nel caso in cui si ravvisino condizioni che non permettono la completa realizzazione delle attività preventivate, ferma restando la percentuale di contributo richiesto in domanda e fatte salve le spese già sostenute al momento della presentazione della richiesta.

Vista l’attuale contesto socio-sanitario e l’incertezza su un eventuale aggravarsi della situazione pandemica per le nuove varianti, alcuni/molti beneficiari avranno bisogno di far ricorso alla possibilità di limitare al ribasso il proprio budget di spesa. Ad influire sulle valutazioni delle aziende vi è anche la norma che prevede che, nel caso si presenti una rendicontazione ammissibile inferiore all’80 % del costo complessivo del progetto, gli operatori saranno sanzionati con
l’esclusione per due anni dai successivi bandi, norma che le scriventi organizzazioni avevano chiesto di rivedere in linea con quanto concesso nella scorsa annualità.

La revisione al ribasso del budget esige di rivalutare l’intero impianto progettuale e, necessariamente, di avere a disposizione un opportuno lasso di tempo e risorse di personale adeguato. La previsione di anticipare al 10 settembre il termine per la presentazione della variante penalizzerà molte aziende soprattutto quelle meno strutturate. Confermare tale indicazione significherebbe lasciare poco più di un mese per la proposta di revisione, con l’aggravante del periodo estivo.

Per le considerazioni appena riportate chiediamo di spostare tale termine al 30 settembre in modo da consentire a tutte le aziende di poter avere accesso alla possibilità di rivedere il proprio budget e soprattutto di evitare la pesante previsione sanzionatoria confermata nel testo dell’articolato”.

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