Dazi cinesi sui vini australiani: la querelle potrebbe arrivare presto al Wto
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La questione dei dazi cinesi sul vino australiano potrebbe presto finire davanti al Wto. Lo ha annunciato il ministro del Commercio australiano Dan Tehan, sottolineando che i dazi all'importazione recentemente imposti dalla Cina sui vini australiani sono "del tutto ingiustificabili".
Secondo quanto riportato dal sito britannico Decanter il ministro in una recente conferenza stampa ha afffermato di essersi confrontato con l'industria del vino australiana per esaminare i prossimi passi che "includeranno l'opzione di portare la questione all'Organizzazione mondiale del commercio".
Il ministero del Commercio cinese ha confermato la scorsa settimana tariffe a vari livelli sulle importazioni di vino australiano, a seguito di un'indagine antidumping.
Le tariffe vanno dal 116% al 218%, a seconda del vino o dell'azienda, e potrebbero rimanere in vigore per cinque anni.
La Cina è il più grande mercato di esportazione di vino in Australia in termini di valore. "Tariffe dal 116 al 218% significano che è praticamente impossibile per il vino australiano essere competitivo sul mercato cinese - ha dichiarato Tehan -. Terribilmente deludente per i consumatori cinesi e per l'industria vinicola australiana".
La Cina ha imposto dazi provvisori sulle importazioni di vino australiano alla fine 2020. Le tariffe seguono un'indagine antidumping da parte di funzionari cinesi, che rientra tra gli effetti di un'escalation delle relazioni commerciali sempre più tese tra l'Australia e la Cina più in generale.
I produttori australiani nel frattempo rivedono le strategie commerciali e spingono sull'export verso altri Paesi, in primo luogo Usa e Regno Unito.