Via libera alla distillazione di crisi: ecco come ottenere gli aiuti
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"Con il via libera in Conferenza Stato Regioni del Decreto sulla distillazione di crisi rafforziamo le risposte al settore vitivinicolo e quell'eccellenza fortemente colpita dalla crisi del blocco del canale Horeca. Provvedimenti condivisi con il settore e con le Regioni attraverso un confronto serrato, e che oggi arrivano a maturazione". Così il ministro Teresa Bellanova dopo l'approvazione nella riunione della Conferenza Stato Regioni che ha sancito l'intesa sul decreto Mipaaf attualmente alla firma della ministra (Allegato_1_DM_distillazione_17-06-2020_def.docx) che attiva, per la campagna 2019/2020, la distillazione di crisi del vino comune, a cui viene assegnata una dotazione di 50 milioni di euro nell’ambito dell’annualità 2020 del Programma nazionale di sostegno (PNS).
I beneficiari della misura sono i produttori di vino così definiti:
- Ogni persona, fisica o giuridica o loro associazione;
- Che ha prodotto vino dalla trasformazione di uve fresche o da mosto di uve da essi stessi ottenuti o acquistati;
- Che detengono nella piena disponibilità il vino;
- Che sono in regola con la presentazione delle dichiarazioni vitivinicole.
Il vino da avviare alla distillazione deve:
- Avere una gradazione alcolica minima di 10° vol.;
- Essere detenuto dal produttore alla data 31 marzo 2020;
- Risultare dai registri ufficiali di cantina come vino non a denominazione di origine e non ad indicazione geografica alla data di emanazione del decreto.
Ciò significa che al 31marzo 2020 il vino detenuto poteva anche essere qualificato come a DOP o IGP, purché sia stato declassato a vino generico alla data di emanazione del decreto.
L’aiuto è fissato a 2,75 euro per % vol/hl alcole ed è corrisposto al produttore che consegna il vino per la distillazione. Pertanto, l’aiuto deve intendersi comprensivo delle spese di trasporto.
Le Regioni possono erogare aiuti integrativi.
L’alcool derivante dalla distillazione è destinato esclusivamente all’uso industriale, compresi i fini farmaceutici e per la produzione di disinfettanti o energetici: è escluso quindi il cosiddetto “uso da bocca”.
Per richiedere l’aiuto, il produttore presenta ad AGEA OP, in via telematica, il contratto di distillazione non trasferibile entro il 7 luglio 2020; le operazioni di consegna del vino in distilleria devono essere effettuate entro il 31 luglio 2020; mentre il distillatore deve trasformare il vino in alcool, avente almeno la gradazione di 92°, entro il 15 ottobre 2020.
Nel presentare la domanda di pagamento, il beneficiario dovrà presentare almeno la seguente documentazione:
- Prova della denaturazione del vino secondo le modalità previste;
- Riepilogo delle consegne di vino effettuate con indicazione:
- Della quantità e del titolo alcolometrico volumico;
- Del numero del documento di accompagnamento utilizzato per il trasporto in distilleria del vino;
- Il certificato di analisi dei vini introdotti in distillazione dal quale risulti il titolo alcolometrico e la presenza del denaturante, rilasciato da un laboratorio autorizzato;
- La dichiarazione vidimata dall’Ufficio competente dell’Agenzia delle Dogane indicante i volumi di vino presi in carico sui registri dei distillatori.
Ulteriori modalità procedurali saranno definite da un’apposita circolare AGEA in via di emanazione.
Infine, si segnala che qualora le domande d’aiuto dovessero eccedere la dotazione finanziaria assegnata, AGEA procederà alla relativa riduzione dei quantitativi dei contratti presentati, a partire dal giorno in cui si verifica tale superamento. Ciò significa, che le eventuali riduzioni seguiranno un ordine cronologico secondo il principio del primo arrivato primo servito.
"La distillazione di crisi" - ha sottolineato la ministra Bellanova - è solo la prima delle diverse misure che abbiamo programmato in favore del settore vitivinicolo per fronteggiare la crisi derivante dalla pandemia da Covid 19 e dal conseguente lockdown imposto dai Governi di tutto il mondo, che hanno bloccato le attività commerciali e turistico-ricettive, causando un incremento delle giacenze di vino e forti preoccupazioni tra gli operatori, soprattutto in vista della nuova vendemmia. È quindi necessario intervenire su più fronti per alleggerire il mercato ed evitare una sovraproduzione che potrebbe ripercuotersi non solo sull'andamento dei prezzi, ma anche sull'immagine delle nostre produzioni di qualità. Per questo, in accordo con la filiera e le Regioni, è stata messa a punto una strategia complessiva che, oltre alla distillazione, prevede ulteriori importanti interventi, primo tra tutti quello riguardante la riduzione volontaria della produzione di uve destinate a vini di qualità, alla cui attuazione sono stati assegnati 100 milioni di euro attraverso il Decreto legge Rilancio". Inoltre, sempre nel DL Rilancio, è presente una modifica al Testo unico sul vino, che prevede la riduzione della resa massima per ettaro delle uve destinate a vini comuni a 30 tonnellate, rispetto alle attuali 50 tonnellate.