Boscaini: per crescere all'estero più valore ai nostri vini e un mix di prodotto più ampio
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La “cabina di regia” sul vino, annunciata dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova partirà. La creazione del nuovo organismo, il cui avvio è previsto in gennaio, è stata confermata dalla ministra in un video messaggio a Wine2Wine, il business forum di Vinitaly.
La filiera del vino, ovviamente favorevole, spera anche che la “cabina” dialoghi in futuro con il “Tavolo Vino” istituito presso il ministero dello Sviluppo Economico e coordinato dall’Ice.
È necessario unire le forze per far fronte a tutte le difficoltà che rischiano di rallentare il passo sui mercati esteri. L’export continua ad andare bene, come confermato a Wine2Wine dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, ma la crescita dei vini italiani (2,9% sul 2018, a quota 6,3 miliardi di euro) è pur sempre la metà di quella dei cugini d’Oltralpe (la Francia supererà il tetto dei 10 miliardi di euro). E - come ricorda il sito Winenews che ha seguito tutti i lavori - non va sottovalutata la concorrenza di altri paesi produttori come Australia, Cile e Nuova Zelanda.
Essenziale dunque predisporre efficaci iniziative di marketing e utilizzare al meglio gli strumenti digitali.“Comunicare è come buttare un seme, se il terreno su cui si fa è arato o no dipende spesso dai rapporti con i Paesi - ha affermato il presidente Federvini, Sandro Boscaini - di certo dove ci sono accordi bilaterali le cose funzionano bene. Il Giappone è riesploso, lo stesso per il Canada, che non è un mercato ancora così maturo come si pensa. Poi è chiaro che serve cabina di regia, per lavorare in modo più unito. Anche a livello europeo, perchè è vero che siamo anche competitor con Francia e Spagna, ma c’è un Nuovo Mondo che va molto forte, con una comunicazione ed un marketing più semplice, che funziona. Noi abbiamo una ricchezza che è enorme, è una forza, ma crea complessitàcomunicative che sono oggettive”.
Occorre avere sempre presente il quadro generale. I dazi Usa, ad esempio, che al momento non hanno colpito i nostri vini mentre si applicano a quelli francesi, potrebbero creare condizioni favorevoli alle nostre vendite negli Usa, ma per il momento si è visto - come prevedibile - un accumulo di acquisti di etichette francesi.
“Ci sarà un momento di stabilizzazione sul vino francese in Usa dopo le scorte - ha segnalato il dg Veronafiere, Giovanni Mantovani - ma cresce, per esempio, il Nuovo Mondo, con Nuova Zelanda, Cile e Sudafrica e non solo. Penso che in Usa ci sarà una finestra importante per il vino italiano, per ora non colpito dai dazi: cogliamo questa opportunità per farci conoscere di più. Dobbiamo giocarcela”. E Mantovani ha lanciato a tutta la filiera una sfida: “Diamoci un impegno da qui a quando sarà convocato il tavolo del Mise e la cabina di Regia delle Politiche Agricole, se mettiamo insieme le idee di questo dibattito e le portiamo al tavolo, probabilmente troviamo soluzioni che ci aiuteranno ad affrontare l’instabilità dei mercati”.
“Prima di tutto - ha affermato Boscaini - dobbiamo lavorare sul valore dei nostri vini, e dirci chiaramente che ci sono anche tante denominazioni che svendono a prezzi troppo bassi, e portano discredito a quello che facciamo. Poi dobbiamo allargare i nostri mercati: in Usa c’è sempre il pericolo dazi, in Uk vediamo che succederà con la Brexit, la Germania sta affrontando la sua crisi. Questo per parlare di tre mercati strutturali per il vino italiano, tutt’altro che sicuri, e questo ci dice che dobbiamo investire anche altrove. E poi lavoriamo sul mix di prodotto, perché se gli spumanti crescono da anni, abbiamo tante altre eccellenze su cui puntare”.