Appello al ministro Centinaio: la Ue deve accettare le richieste italiane sul Regolamento Ocm
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La riforma della Pac rischia di non avere l'effetto sperato sul settore vitivinicolo. La filiera guarda con estrema attenzione la proposta di modifica del Regolamento n. 1308/2013, che include le disposizioni che regolano il mercato del vino, in particolare il sistema delle autorizzazioni agli impianti viticoli.
Nella proposta della DG Agri, le organizzazioni hanno apprezzato qualche primo segnale di flessibilità tuttavia non lo ritengono sufficiente, in quanto l’attuale regime non consente la crescita delle dimensioni delle aziende italiane e non risponde alle esigenze del settore, tenuto conto che il vigneto nel suo complesso è tendenzialmente in declino. La filiera ha presentato al Ministero delle Politiche Agricole alcune proposte di miglioramento del regime, in primis l’istituzione di una riserva nazionale delle autorizzazioni, con l’obiettivo di evitare la perdita del potenziale viticolo, di recuperare i diritti di impianto in scadenza e le autorizzazioni non utilizzate a favore delle imprese più dinamiche, allo scopo di veder aumentare la superfice media aziendale, quale elemento imprescindibile di competitività.
Nonostante l'impegno delle istituzioni italiane le proposte di modifica del Regolamento OCM, così come emendate dai lavori del Consiglio, non vedono accolte le richieste italiane. Per questo motivo i rappresentanti della filiera hanno inviato una lettera al ministro delle Politiche Agricole Centinaio in cui chiedono di rinnovare gli sforzi per ottenere le modifiche richieste.
"L’Italia - si legge nella missiva - è il primo produttore di vino a livello mondiale e uno dei maggiori esportatori. L’Unione Europea ha convenienza ad assicurare un quadro giuridico adeguato, flessibile e in sintonia con le esigenze del mondo produttivo".
Al di là degli sviluppi dell’incerto negoziato sul futuro della Politica Agricola Comune, le organizzazioni ritengono fondamentale, già in questa fase, "un progresso su questo sensibile tema, in mancanza del quale il settore del vino non potrà sostenere l’esito della riforma. Lo status quo è del tutto inaccettabile e l’UE deve assumere un impegno preciso nell’accogliere i miglioramenti auspicati, nell’ottica di una maggiore flessibilità e funzionalità delle regole europee".
Qui il testo integrale della lettera, firmata da Federvini, Uiv, Federdoc, Confagricoltura, Cia, Assoenologi, Alleanza delle Cooperative italiane - Agroalimentare.