Val Mivola, le Marche tra le valli dei fiumi Misa e Nevola
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Nelle Marche, in provincia di Ancona, due fiumi – Misa e Nevola - si incontrano dando vita a due fertili vallate che dalla montagna al mare sono costellate da borghi millenari, natura rigogliosa e una costa fatta di sabbia di velluto.
Il fiume Misa nasce ad Arcevia e attraversa per 45 km vari comuni dell’entroterra fino a sfociare a Senigallia nel mare Adriatico. Incontra il suo cammino un affluente più piccolo, il fiume Nevola che si forma fra Castelleone di Suasa e Barbara.
L’ideale unione delle valli del Misa e Nevola è diventato oggi un nuovo soggetto turistico Val Mivola, che mette in network ciò che da tempo la natura ha voluto far convivere e dialogare.
Val Mivola con le sue storie, tradizioni, culture ed eccellenze rappresenta la pluralità delle Marche nella sua essenza più vera: gli Appennini da un lato che in poco più di 40 km degradano dolcemente fino al mare. Un museo diffuso e un parco naturale allo stesso tempo, costellato da nove comuni - Arcevia, Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra De’ Conti, Trecastelli – ognuno con le sue specificità ma tutti accomunati dalla presenza di tesori d’arte, tradizioni tramandate e sapori antichi, per chi ama viaggiare seguendo il ritmo lento e potente della natura e lontano dal turismo di massa, alla ricerca dell’autenticità dei luoghi e delle persone.
I borghi e i castelli di Val Mivola
Incastonata tra gli appennini c’è Arcevia, l’antica Rocca Contrada, dove ammirare la Collegiata di San Medardo, passeggiare nel giardino botanico e da cui si gode di uno stupendo panorama fino al mare. Con una storia ricca di dominazioni e conquiste, la sua unicità risiede nei nove castelli che la circondano, antichi villaggi fortificati tutti da scoprire. Partendo da ovest si incontrano il piccolo Castello di Caudino e poi Palazzo che, tra continui saliscendi, ospita la chiesa dei Santi Settimio e Stefano, di origine tardobarocca. Proseguendo s’incontra il piccolo San Pietro in Musio, Nidastore, così chiamato poiché quasi irraggiungibile come il nido dei rapaci, e poi Loretello, uno dei più belli, con la cinta muraria ancora percorribile. E ancora Montale, che vanta un bel camminamento di ronda, e Piticchio, che si distingue per la peculiare via coperta con affaccio panoramico. Castiglioni custodisce, tra altre bellezze, la Chiesa di Santa Maria della Piana, dalla facciata rettangolare. Conclude il tour il duecentesco borgo di Avacelli con i suoi possenti bastoni che si stagliano su boschi verdeggianti.
Scendendo a valle si incontra Serra de’ Conti, il cui centro storico ha una particolare conformazione che digrada con linee parallele di vicoli e vicoletti lungo il versante della collina. E poi Barbara, il più piccolo dei comuni di Val Mivola, con il suo Castello con un mastio sopraelevato chiamato “Il Torrione”, che fu conteso tra Guelfi e Ghibellini e fu teatro di due vittoriose azioni difensive una nel 1461 da parte delle truppe d’assedio di Sigismondo Malatesta e l’altra nel 1517 da Francesco Maria Della Rovere.
Ostra - un tempo Montalboddo - con la sua cinta muraria lunga più di 1 km e la sua torre civica con i suoi 33 metri di altezza e Ostra Vetere – un tempo Montenovo – in cui si può ammirare la cupola e il campanile di Santa Maria di Piazza, gioiello del neogotico nelle Marche. C’è anche Corinaldo, uno dei Borghi più belli d’Italia, con le sue imponenti mura quattrocentesche perfettamente conservate e nel cuore del centro storico la “Piaggia”, la scalinata di cento gradini con al centro il celebre “Pozzo della Polenta”, protagonista della leggenda che diede origine alla annuale rievocazione storica.
Trecastelli con Monterado, il cui castello sorge sulle fondamenta di un’antica pieve dei monaci avellaniti dell’anno mille e Ripe con il suo nucleo castellano all’interno del borgo fortificato. L’itinerario tra i castelli si conclude idealmente a Senigallia con la sua Rocca Roveresca la cui struttura attuale, progettato da Luciano Laurana e Baccio Pontelli, è stata voluta da Giovanni della Rovere, signore di Senigallia e genero di Federico III da Montefeltro, duca di Urbino. Monumento contemporaneo, ma ugualmente iconico è la Rotonda a Mare, una delle sole due presenti in Italia, oggi centro polifunzionale per l’arte, la musica e lo spettacolo da cui si diramano i 13 km di sabbia finissima, chiamata appunto spiaggia di velluto, e che rappresenta anche una delle location del Summer Jumboree, il Festival Internazionale di Musica e Cultura dell’America anni ’40 e ’50, il più grande in Europa e secondo al mondo che si svolge da 23 anni a Senigallia.