Cittaslow, il marchio di qualità per vivere meglio
- undefined
Che cos'è Cittaslow? Fondata il 15 ottobre 1999 a Orvieto, nasce su iniziativa di Paolo Saturnini, all'epoca sindaco di Greve in Chianti (FI), che il 15 ottobre 1999 a Orvieto fonda, insieme ad altri tre sindaci di Bra (CN), Orvieto (TR) e Positano (SA), Cittaslow, associazione che raggruppa piccoli comuni e città. L'obiettivo? Preservare lo spirito della comunità, trasmettendo memoria e conoscenza alle nuove generazioni, per renderle consapevoli del loro patrimonio culturale. Ma anche promuovere e applicare innovazione tecnologica, di sistema e gestione, a favore della sostenibilità.
Da allora Cittaslow si è strutturata e a distanza di vent’anni è presente in 33 paesi con centinaia di progetti. Sono 88 i comuni italiani che ad oggi hanno aderito a Cittaslow, distribuiti su tutta la penisola. 31 fra Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Liguria; 40 tra Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo; 17 tra Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. La regione con più comuni aderenti è la Toscana, a seguire Emilia Romagna, Umbria e Campania.
Si spazia dai piccoli centri con poche centinaia di abitanti, come Grumes Altavalle, Usseglio, Parrano, alle grandi città, Trani, Gravina in Puglia, Belluno, Abbiategrasso per citarne qualcuna.
A livello internazionale, sono 300 le città che hanno aderito a Cittaslow,distribuite in 33 Paesi; in Europa, soprattutto, ma anche in Canada, Usa, Brasile e Colombia, Sudafrica e Mozambico, Australia, Cina, Taiwan, Giappone e Sud Corea.
Sono cinque i principi guida che sono alla base del movimento di Cittaslow:
La lentezza positiva, riappropriarsi del tempo necessario per crescere, socializzare, apprezzare la cultura, la natura e il cibo locale salutare, rispettando i ritmi naturali di ogni essere vivente. Mettere insieme progresso e buon vivere è una necessità che passa attraverso un cambiamento nei comportamenti di produzione e consumo.
Il secondo principio, strettamente connesso al primo: l’economia circolare. Se “estrarre, produrre, utilizzare e gettare” rappresenta lo schema tradizionale, questo nuovo modello implica condivisione, riutilizzo, riparazione, riciclo dei materiali per allungare il ciclo di vita dei prodotti, ridurre i rifiuti e generare ulteriore valore.
La resilienza, oggi termine abusato, già da anni rappresenta il terzo principio di Cittaslow. “Mettere in valore quello che si è e quello che si ha, senza autodistruggersi”: è uno dei cardini del movimento, un vero e proprio programma per il presente e il futuro.
Il quarto principio è dedicato a sostenibilità e cultura. Valorizzare il patrimonio locale, utilizzare le risorse sociali, promuovere azioni di inclusione e di responsabilità condivisa.
Infine il quinto principio, che funge anche da collante per tutti gli altri, è quello della giustizia sociale. In un mondo globalizzato e interconnesso, come quello in cui viviamo, non c’è futuro di qualità se non garantendo convivenza civile e pace tra i popoli.