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Itinerari

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13 Luglio 2018

Arte e terme, tra i filari del Bianco d'Alcamo

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di Teresa Capodimonte | in 
Itinerari

Il territorio dell'Alcamo D.O.C., fortemente caratterizzato dalla straordinaria geometria dei vigneti a "spalliera o a tendone", è uno dei territori più rinomati d'Italia per la produzione di vini. In particolare il "Bianco d'Alcamo" è uno dei vini più pregiati ed apprezzati, cui è stata riconosciuta la "Denominazione d'Origine Controllata" nel 1972. La sua area di produzione ricade in alcune zone selezionate delle province di Trapani e Palermo; il vitigno di base è il Catarratto bianco comune e/o lucido, con l'eventuale aggiunta di Damaschino, Grecanico e Trebbiano. Il Bianco d'Alcamo ha colore giallo paglierino chiaro, con riflessi verdi; sapore secco, fresco, con sentore fruttato; odore delicato con un leggero aroma dell'uva di origine e una gradazione alcolica compresa tra gli 11,5° e i 13,5°. È il vino bianco più diffuso in Sicilia perché usato sia per la produzione di altri vini, quali il Marsala, sia come vino da pasto, ideale per accompagnare antipasti e pesce.

Città del vino e città d'arte, Alcamo con il castello dei conti di Modica, il centro storico ricco di palazzi, chiese e opere d’arte è uno dei centri più rinomati della provincia per storia, cultura e tradizioni. La posizione alle pendici del monte Bonifato, considerato  il “tetto della Sicilia occidentale”, sul quale si trova la Riserva Bosco d’Alcamo, ne fa inoltre uno dei più suggestivi comuni per gli incantevoli panorami  sospesi tra cielo e mare  con lo stupefacente scenario del Golfo di Catellammare, inciso e delimitato ad est da Punta Raisi ed a ovest dal pronunciato promontorio di Capo San Vito.

Il suo territorio  fu abitato fin dalla tarda età del bronzo e scelto da Elimi, Romani e Bizantini per la posizione strategica sulle vie occidentali di accesso a Palermo. Con gli Arabi  guadagnò il nome di Alqamah, ed il grado di casale. Attorno  al castello, fatto erigere nel 1340, si costituì il primo consistente nucleo abitativo che oggi si presenta con un tessuto viario regolare, lungo l’asse del corso principale VI Aprile. La città murata era divisa in quattro quartieri che prendevano nome dalle chiese di San Giacomo, San Calogero, San Francesco e Maggiore Chiesa. Nel 1812 la città passò, suo malgrado, al demanio regio, ma nel 1860 fu in prima fila per il riscatto dell’isola e il 6 aprile riuscì a liberarsi proclamando un governo provvisorio antiborbonico ed aprendo le porte a Garibaldi.

A circa 7 km da Alcamo vi sono delle acque termominerali il cui impiego per idroterapia, nel bacino del Mediterraneo, era conosciuto fin dai tempi antichi. Secondo Diodoro Siculo le ninfe delle acque prepararono ad Eracle queste fonti calde per dare refrigerio alle sue stanche membra nel leggendario tragitto da Piloro ad Erice. Per gli amanti della natura è ancora possibile recarsi in alcune aree attraversate dal Fiume Caldo.

Alcamo Marina. La spiaggia, adagiata nel Golfo di Castellammare dista circa 6 Km dal centro di Alcamo e circa 5 Km da Castellammare del Golfo. e lunga circa 3 Km, in estate viene apprezzata da molti bagnanti, per la sabbia fine, dorata e vellutata e per l'incantevole mare dai colori smaglianti. Ad Alcamo Marina si possono praticare diversi sport acquatici. La località ha assunto una certa importanza archeologica, grazie ai resti di un'antica fornace (databile fra il I sec. ed il IV sec. d.C.) in c/da Forgia, utilizzate nella produzione di tegole e mattoni per le costruzioni romane. Dal punto di vista naturalistico, rilevante è la presenza, lungo la costa, del Giglio marino,  pianta bulbosa della famiglia delle Amaryllidaceae, con foglie lineari piane e fiori, che sbocciano in estate, bianchi e profumati, disposti ad ombrello lungo l’apice del peduncolo. Il Giglio marino vive in riva al mare, dove cresce sulla sabbia delle dune litoranee.

 

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