Spirits europei: la “resilienza” nel 2023 e le sfide degli accordi sui dazi
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Il settore europeo degli spirits ha dimostrato resilienza nel 2023, superando i 9,07 miliardi di euro nelle esportazioni globali nonostante un anno impegnativo, caratterizzato da continue tensioni geopolitiche e significativa inflazione. Tuttavia, ciò ha segnato comunque una diminuzione del 7% rispetto al 2022, anno particolarmente forte a causa della riapertura delle frontiere, del turismo e del settore dell'ospitalità nella maggior parte dei mercati. Pur essendo ancora una performance migliore rispetto al 2021 e ai livelli pre-pandemici, la crescita delle esportazioni di spirits dell'Ue è rallentata negli ultimi anni, dimostrando che il nostro successo nelle esportazioni non può essere dato per scontato e sottolineando l'importanza delle politiche commerciali e di promozione per sbloccare nuove opportunità e mantenere una crescita sostenibile nei mercati consolidati.
Nel 2023, Stati Uniti, Cina e Regno Unito hanno continuato a guidare le destinazioni delle esportazioni dell'Ue. Tuttavia, il 2023 è stato difficile negli Stati Uniti, a causa della riduzione delle eccedenze post-pandemiche e dell'aumento dei costi della vita. Assicurare che non vengano ripristinate le tariffe punitive sospese nell'ambito di dispute non correlate è fondamentale per sostenere il recupero negli Stati Uniti.
Inoltre, maggiore attenzione e sforzi dovrebbero essere dedicati ai mercati attualmente inesplorati, ma ad alto potenziale. Questo potenziale si realizzerà solo se potranno essere negoziati e ratificati accordi commerciali ambiziosi, non ultimo con l'India, dove gli spirits dell'Ue affrontano un dazio del 150%. È necessario fare maggiori progressi nei negoziati con i membri dell'Asean e con la ratifica in ritardo dell'accordo Ue-Mercosur.