Il labirinto della vite: un viaggio sensoriale nell'enologia e nell'arte
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Nel cuore dei comuni di Bassiano, Sezze e Sermoneta, la Tenuta Biologica Marco Carpineti ha lanciato la sua ultima scommessa: il Labirinto della Vite, diventando il più grande vigneto-labirinto al mondo. Questo progetto ha trasformato una porzione di tre ettari di vigneto in un intricato design che ospita due spirali e un labirinto, avvolto in un motivo a onde. L'obiettivo dichiarato è quello di creare un ambiente accogliente e inclusivo, lontano dal tradizionale schema di filari di vite, permettendo ai visitatori di vivere un viaggio sensoriale e riflessivo.
Il Labirinto della Vite è stato concepito come metafora del viaggio della vita, con i suoi momenti di sfida e cambiamento. La realizzazione dell'opera è stata un processo meticoloso, con ogni pianta piantata e curata manualmente, e le varietà di uva scelte per rappresentare l'identità e la storia del territorio circostante. Oltre al suo valore artistico, il Labirinto della Vite è anche un esperimento agricolo, progettato per favorire la maturazione dell'uva e gestire al meglio la pianta e i suoi frutti. L'ambiente unico creato dal labirinto, con le sue onde e le sue ombre, si adatta alle diverse stagioni, offrendo uno spettacolo cromatico e sensoriale in continua evoluzione. Le viti piantate sono principalmente Bellone e Nero Buono, varietà riscoperte dall'azienda quando erano praticamente dimenticate. Una vera sfida e un progetto preciso, per valorizzare queste uve attraverso l'approccio biologico declinandole in diversi tipi, basati sul microclima e sul suolo. Oltre alle due varietà, si aggiunge un'altra uva antica: l'Abbuoto. Presente in questi luoghi già in epoca antica, era il vino bevuto dagli antichi Romani.