Caro materie prime ed energia: quanto impatteranno sui prezzi finali del vino
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Energia, trasporti, vetro, cartoni, tappi. Il 2022 inizia all’insegna dei pesanti rincari che il mondo del vino si sta trovando ad affrontare. Secondo quanto emerso da un’indagine realizzata da The Wine Net, a partire dalla primavera i prezzi dei vini in Gdo e Horeca sono destinati ad aumentare a causa di un rincaro medio dei listini delle aziende, dovuto agli aumenti eccezionali dei costi di materie e servizi e calcolato tra l’8% e il 12%.
Ma quale sarà la reazione del mercato? Lo scenario è diversificato. Mentre nel canale Horeca gli operatori hanno accettato queste variazioni, la Gdo oppone maggiori resistenze anche se non mancano insegne che hanno compreso senza difficoltà la situazione.
Con un rincaro medio del 10% nei listini delle aziende, nel caso in cui la Grande Distribuzione voglia mantenere inalterati i margini, questo si tradurrà in un aumento del prezzo finale per il pubblico che può variare dal 10 al 30%. La situazione apre ora una nuova problematica: il posizionamento di alcune denominazioni molto importanti all’interno del Canale Moderno, che con questa situazione rischiano di non essere più appetibili per il consumatore. Nel caso, per esempio del Valpolicella base o del Montepulciano d’Abruzzo, posizionate da sotto i 3 euro ai 7, il rischio è perdere mercato perché il consumatore potrebbe non essere disposto a un aumento di 1 euro nel prezzo finale.
E cosa si prevede all’estero? La situazione si prospetta meno critica per le cantine grazie al comportamento degli importatori che, in gran parte, hanno accettato di ripartire in modo equo un rincaro previsto del 15-18%, con un 8% sostenuto dalla cantina con il mancato guadagno, un 5% di aumento dei listini e un 5% di assorbimento da parte dell’importatore.