Osservatorio Nomisma: come è cambiato il carrello degli italiani
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La difficile situazione di isolamento dettata dall’emergenza Coronavirus ha modificato nel profondo le abitudini degli italiani che si trovano a dover stravolgere la routine e a modificare il proprio stile di vita. È proprio questo l’oggetto dell’Osservatorio “LOCKDOWN. Come e perché sta cambiano le nostre vite” realizzato da Nomisma – in collaborazione con Crif – su un campione di 1.000 italiani responsabili degli acquisti (18-65 anni). L’indagine analizza l’impatto del lockdown sulle vite dei cittadini: dallo stato d’animo, ai consumi, alle caratteristiche della quarantena (comfort e composizione dell’abitazione,compagnia di altri familiari e tempo libero ...) fino ai desideri degli italiani per il post-COVID.
Carrello della spesa alimentare: sperimentazione, più prodotti ingredienti
Durante il lockdown si assiste ad una trasformazione del carrello della spesa degli italiani, spinti da diverse sollecitazioni (aumento del numero di occasioni di consumo at home, tempo a disposizione per il cibo, disponibilità di prodotti sugli scaffali, integrazione di nuovi canali).
Ascesa nota quella di prodotti come farine e lieviti, durante la quarantena aumenta infatti il numero di italiani chef, ma il 36% dichiara che una volta finito il lockdown, con il ritorno della routine è possibile che ridurrà gli acquisti di “ingredienti”. Andamento simile per le categorie che aiutano a mantenere stock in dispensa (scatolame/prodotti a lunga conservazione - 31% - e surgelati (27%).
A spiegazione delle nuove traiettorie degli acquisti alimentari interviene anche la maggior enfasi che i consumatori pongono verso i prodotti a lunga conservazione: in questi giorni di quarantena è il 41% dei responsabili di acquisto a concentrare l’attenzione sulla data di scadenza dei prodotti alimentari che acquista.
Trend che invece accompagneranno gli italiani anche nel post-COVID sono quelli che vedono protagonisti le confezioni multipack (se prima dell’emergenza la quota di chi acquistava questo tipo di formato era pari al 64%, oggi durante il lockdown la consumer base cresce fino al 79% e si manterrà tale anche nei mesi successivi secondo le previsioni degli stessi consumatori) e i prodotti pronti (dal 47% al gli acquirenti sono e resteranno al 62%, contro il 47% pre-COVID).
In aumento interesse per Made In Italy, Locally, Salutismo
La ricerca di prodotti in grado di garantire e rassicurare il consumatore con attributi di sicura qualità, la riscoperta dei negozi di vicinato e la volontà di supportare la produzione locale porta gli italiani a concentrare l’attenzione verso prodotti Made in Italy e di provenienza locale: il 22% sottolinea di aver incrementato gli acquisti in queste due categorie. L’interesse per il locally è forte: il 28% dei responsabili acquisto dichiara che durante il lockdown ha iniziato ad acquistare prodotti provenienti da filiere corte.
La crisi sanitaria COVID-19 aumenta l’attenzione dei consumatori verso i temi della salute e del benessere: il 49% degli italiani basa le scelte di acquisto dei prodotti alimentari su questi attributi. A confermare il ruolo di primaria importanza negli acquisti alimentari degli italiani - anche durante la quarantena - è la sostenibilità. Il 20% degli italiani basano le scelte di acquisto sulla sostenibilità del prodotto e il 12% in funzione di un pack sostenibile. In un contesto in cui l’attenzione alla salute e all’ambiente la fanno da padroni, non stupisce il successo del biologico: il 30% degli italiani non user prima della quarantena ha sperimentato i prodotti Bio; complessivamente la categoria riscontra un ottimo successo (+11% il trend a valore in GDO nei primi 3 mesi 2020; fonte: Nielsen).
Più spesa online e piccoli negozi
La quarantena ha determinato un cambiamento anche nelle modalità di acquisto: è cresciuta del 10% la quota di chi ha fatto spesa online, direttamente dai produttori ordinando tramite app o sul sito del supermercato. Nelle ultime 3 settimane 4 italiani su 10 hanno ordinato cibo da asporto: in particolare il 64% ha ordinato cibo pronto con consegna a domicilio.
Il timore di contatti ed assembramenti, unita alla necessità di uscire e spostarsi il meno possibile, ha portato gli italiani a privilegiare più di prima i negozi di vicinato (nelle ultime 3 settimane, la quota di user è passata da 40% a 54%). Al contrario scendono ipermercati (dal 67% al 48%). Il calo sembra transitorio: gli italiani hanno intenzione di riprendere presto a frequentare gli stessi negozi del pre-lockdown.
Boom anche della spesa on line proposta dalle insegne della GDO: in quarantena, il 12% ha utilizzato questo canale per la prima volta (oltre al 14% che già lo usava prima dell’emergenza COVID) - quota di user dell’e- grocery che sarebbe più ampia, insoddisfatta dall’eccesso di domanda. E-commerce che ha favorito il ricorso alle piattaforme online dei produttori (dove gli user sono oggi raddoppiati, attestandosi al 15% delle famiglie).
I cambiamenti relativi ai canali di acquisto e alle caratteristiche ricercate si riflettono sul portafoglio: il 19% ha registrato un forte incremento del valore della spesa alimentare, il 42% un aumento considerato considerevole.
I consumatori cercano prezzi bassi sempre, soprattutto sui beni di prima necessità e servizi per facilitare la spesa
Ma cosa chiedono i consumatori al retailer per supportali in questo periodo di emergenza? In primis forte grande attenzione alla convenienza, soprattutto sui beni di prima necessità (50% degli italiani) ma con grande interesse per every day low price in tutte le categorie (31%). In termini di servizio: possibilità di ritirare la spesa senza scendere dall’auto (30%), box già composti a prezzo fisso (20%), app che con indicazione dei tempi di attesa fuori dal negozio in tempo reale (33%).