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Studi e Ricerche

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16 Aprile 2019

Oiv, con 292 milioni di ettolitri è nuovo record mondiale di produzione

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di Redazione | in 
Studi e Ricerche

Con 292,3 milioni di ettolitri la produzione mondiale di vino nel 2018 segna un nuovo record. Questo livello particolarmente alto fa dimenticare la produzione eccezionalmente scarsa dell'anno precedente. Il consumo si stabilizza e l'internazionalizzazione degli scambi si intensifica. Sono gli ultimi dati presentati da Pau Roca,  presidente dell'Oiv - organismo intergovernativo (si compone di 47 Stati membri) a carattere scientifico e tecnico avente una competenza riconosciuta nel settore della vite, del vino, delle bevande a base di vino, delle uve da tavola, dell’uva passa e degli altri prodotti della vitivinicoltura - lo scorso 11 aprile a Parigi. 

Un vigneto che smette di erodersi

La superficie viticola mondiale nel 2018 raggiungerebbe i 7,4 Mio ha. Un livello quasi identico a quello del 2017. Dal 2014 si è osservata una costante erosione del vigneto mondiale, spinta in particolare dalla riduzione della superficie viticola in Turchia, Iran, Stati Uniti d'America e Portogallo. Guardando all'Europa, tra il 2017 e il 2018 la superficie crescerebbe in Italia di circa 5.000 ha, attestandosi a 706 mha, mentre negli altri paesi europei si nota una stabilizzazione delle superfici coltivate a vigneto. La Spagna rimane in testa alla classifica mondiale, con 969 mha.

In Asia, dopo oltre 10 anni di forte crescita, l'espansione del vigneto cinese (875 mha) rallenta, mentre quello della Turchia (448 mha) vede la sua dimensione stabilizzarsi nel 2018, dopo un calo sostenuto che proseguiva dal 2003. Nel continente americano, il vigneto cresce principalmente in Messico, dove raggiunge i 34 mha. Il vigneto del Sud Africa continua lentamente a ridursi dal 2012 e nel 2018 tocca i 125 mha. In Oceania, il vigneto australiano (145 mha) parrebbe frenare la sua recente flessione, mentre quello neozelandese rimane grosso modo stabile, con una superficie intorno ai 39 mha.

Forte crescita della produzione 2018

Dopo una produzione 2017 eccezionalmente bassa, la produzione mondiale è cresciuta di 42,5 Mio hl, stimata in 292,3 Mio hl, vicina al livello molto elevato del 2004. L'Italia si conferma primo produttore mondiale, con 54,8 Mio hl, seguita dalla Francia, con 49,1 Mio hl, e dalla Spagna, che registra 44,4 Mio hl. Tuttavia, in alcuni paesi europei le condizioni meteorologiche sono state meno favorevoli. In Portogallo (6,1 Mio hl), gli attacchi di peronospora e oidio hanno avuto un impatto sulla produzione 2017, che rimane comunque superiore alla media degli ultimi anni. La Grecia (2,2 Mio hl) e la Bulgaria (1,0 Mio hl) registrano produzioni scarse.

In Cina i dati disponibili porterebbero a stimare la produzione vinificata 2018 in 9,3 Mio hl, ossia in calo di 2,3 Mio hl rispetto al 2017. Nel continente americano si registrano invece evoluzioni più contrastanti. Gli Stati Uniti d'America registrano nel 2018, con 23,9 Mio hl, una produzione di vino (esclusi succhi e mosti) superiore di 0,5 Mio hl rispetto al 2017. L'Argentina, con 14,5 Mio hl, cresce di 2,7 Mio hl. Anche il Cile segna una forte crescita pari a 3,4 Mio hl, portandosi a 12,9 Mio hl, mentre la produzione brasiliana nel 2018 cala a 3,1 Mio hl. Il Sud Africa (9,5 Mio hl) vede una riduzione di 1,4 Mio hl rispetto al 2017, dovuta all'impatto della siccità. In Oceania, la produzione australiana rimane stabile, con 12,9 Mio hl vinificati nel 2018. La produzione neozelandese è di 3,0 Mio hl, registrando un +0,2 Mio hl rispetto al 2017.

Un consumo mondiale di vino stabile, prossimo ai 246 Mio hl

Nel 2018, il consumo mondiale di vino, stimato in 246 Mio hl, parrebbe segnare una battuta d'arresto, dovuta principalmente al calo dei consumi in Cina e nel Regno Unito. Gli Stati Uniti si confermano primo consumatore mondiale dal 2011 e dovrebbero raggiungere i 33,0 Mio hl, in leggera crescita rispetto all'anno precedente (+1,1%). In America del Sud si osserva un leggero calo, eccetto in Brasile, dove il consumo 2018 resterebbe praticamente stabile rispetto al 2017 e si confermerebbe a 3,6 Mio hl.

In Europa il consumo di vino si stabilizza nella maggior parte dei paesi, ad eccezione della Spagna (dove aumenta per il terzo anno consecutivo, con 10,7 Mio hl nel 2018), del Portogallo (5,5 Mio hl nel 2018), della Romania (4,5 Mio hl) e dell'Ungheria (2,4 Mio hl).

In Cina il consumo del 2018 calcolato per bilancio scenderebbe del 6,6% rispetto al 2017 e si attesterebbe a 18 Mio hl. Anche il Sud Africa registra un leggero calo, scendendo a 4,3 Mio hl. In Oceania, invece, l'Australia cresce del 6,1% rispetto al 2017 e raggiunge i 6,3 Mio hl, mentre a Nuova Zelanda rimane stabile a 0,9 Mio hl.

Crescita degli scambi in volume e aumento in valore

Gli scambi mondiali di vino 2018 sono in leggera crescita, con 108 Mio hl, e un incremento anche in termini di valore dell'1,2%, raggiungendo i 31,3 Mrd EUR. La Spagna continua a essere il primo esportatore mondiale in volume, con 20,9 Mio hl e una quota del 19,4% del mercato mondiale. La Francia rimane il primo esportatore mondiale in valore, con 9,3 Mrd euro esportati nel 2018. Le esportazioni di vino sono sempre ampiamente dominate da Spagna, Italia e Francia, che rappresentano oltre il 50% del volume del mercato mondiale nel 2018, ossia 54,8 Mio hl.

I vini in bottiglia costituiscono il 70% del valore totale dei vini esportati nel 2018. In termini di valore, i vini spumanti rappresentano il 20% del mercato mondiale (sebbene non rappresentino che il 9% del volume totale esportato). Nel 2018 le esportazioni di vini sfusi (>10 L) si sono ridotte in volume (-5%), ma sono cresciute in valore (+3,8%). Il BiB (2-10 L) rappresenta il 4% dei volumi e il 2% del valore. I cinque primi paesi importatori (Germania, Regno Unito, USA, Francia e Cina) rappresentano oltre la metà delle importazioni totali.

Prime stime dei raccolti 2019 nell'emisfero australe

I primi dati sul raccolto 2019 ci mostrano una riduzione nella maggior parte dei paesi dell'emisfero sud, in special modo in Argentina, Brasile e Cile. In Australia, le alte temperature registrate durante l'estate avrebbero danneggiato i raccolti, e il Sud Africa sembra continuare soffrire duramente per la siccità. Il solo paese che registrerebbe un raccolto in crescita rispetto all'anno precedente sarebbe la Nuova Zelanda.

 

 

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