Regione per regione dove il mondo del vino è "rosa"
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L'8 marzo ogni anno è un'occasione per fare il punto sul ruolo delle donne nel mondo dell'imprenditoria. C'è ancora strada da fare, ovviamente, ma ogni anno le cose migliorano. In Italia le amministratrici delegate sono 5mila contro 17mila amministratori. Sono 214.000 imprese agricole guidate da donne in tutta Italia, di cui 109.000 al Sud (dati Ismea), con un fatturato di 9 miliardi di euro (su un totale di 26). Ma le titolari donne guadagnano il 6% in meno rispetto ai colleghi maschi.
Nel vino il 35% della forza lavoro è femminile. Secondo i numeri Nomisma Wine Monitor su dati Eurostat le imprese vitivinicole sono quasi 27mila, ovvero il 25% del totale, con punte di eccellenza che vanno dal 61% della Valle d’Aosta ad appena il 5% dell’Umbria. La Regione in cui si trovano più imprese vinicole guidate da donne per numero è la Sicilia con circa 6.700 aziende, contro la Liguria dove sono appena 10.
Aziende viticole specializzate a conduzione femminile nel 2016
Sicilia |
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nr. di Aziende viticole a conduzione femminile: 6.720 |
Fonte: Nomisma Wine Monitor su dati Eurostat. Nota: I dati riguardano le aziende viticole specializzate, vale a dire quelle aziende la cui produzione di uva è prevalente in termini di reddito ottenuto rispetto alle altre coltivazioni presenti in azienda. Per coltivazione di uva si intende tutta l’uva, senza distinzione tra uva da vino e da tavola. Considerando che in Puglia si produce molta uva da tavola, per quella regione il dato è influenzato da questa tipologia di produzione.
«L’immagine del vino del terzo millennio appare decisamente femminilizzata grazie al nuovo ruolo delle donne nella produzione, nel commercio e soprattutto nei consumi – dice Donatella Cinelli Colombini, presidente nazionale dell’Associazione Donne del Vino - Per 8.000 anni il vino è stato un ambito quasi solo maschile, ma ormai non è più così. Oggi le donne guidano quasi un terzo delle cantine italiane e il 24% delle imprese commerciali al dettaglio del vino (dati Cribis- Crif). A livello mondiale sono loro a comprare la maggior parte delle bottiglie, il 40% dei corsisti wine expert Wset sono donne e in Asia, le giovani con gli occhi a mandorla stanno assumendo un ruolo protagonista del mercato». Per promuovere la partecipazione delle donne l’associazione sta predisponendo il progetto Future ovvero un archivio telematico con tutte le opportunità formative in cantine, enoteche, ristoranti, agenzie giornalistiche e di pr, studi di consulenza enologica cioè in ogni segmento della filiera del vino. Un’idea di Alessandra Boscaini, delegata del Veneto.
«Rispetto a solo dieci anni fa – commenta Micaela Pallini, presidente del settore Spiriti di Federvini – vedo molte più donne intorno a me. Anche qui in Federazione: quando sono entrata ero quasi l’unica a sedere a tavoli di soli uomini. Oggi non è più così. Basta pensare che ben due presidenti su tre dei nostri settori, ovvero Sipiriti e Aceti, sono donne».
Soprattutto nel mondo degli Spirits dove le aziende sono o multinazionali o familiari il ruolo delle donne sta crescendo. «Nelle piccole aziende – prosegue Pallini – è sempre più facile che le figlie prendano le redini lasciate dai padri, così come è sempre più normale che le grandi multinazionali siano attente al gender equality. Ma spesso le differenze si trovano nelle retribuzioni e nei premi annuali, dove le donne restano ancora penalizzate». Secondo uno studio condotto nel Regno Unito sul gender pay gap delle multinazionali di spiriti e vino, per esempio, i premi medi delle donne sono quasi un quarto in meno rispetto ai loro colleghi maschi, mentre gli stipendi delle donne in posizioni apicali sono inferiori dal 6 al 35%.
«Dall’altra parte, però – conclude Pallini –, vedo donne crescere in ruoli prima preclusi: dalla gestione dei bar, alle agenti di commercio, alle grossisite. E in questi campi si rivelano molto più preparate e determinate degli uomini. Mi piacerebbe vedere, invece, più donne buyer con cui dialogare, ruolo in cui ancora sono rare. Credo sarebbe un vantaggio per le aziende e per la distribuzione».