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Notizie ed opinioni dal mondo dei vini, spiriti e aceti

06 Giugno 2018

Dazi Usa: nella ritorsione Ue coinvolti anche i whisky. I rischi per gli spiriti italiani negli States

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di Francesca Liistro | in 
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Purtroppo lo scenario politico-economico temuto si sta concretizzando. La Commissione europea ha approvato ieri la decisione per imporre dazi addizionali sulla lista di prodotti americani già notificata all'Organizzazione Mondiale del Commercio, come parte della risposta dell'Ue ai dazi degli Stati Uniti su acciaio e alluminio. I rappresentanti degli Stati dovranno il 17 giugno confermare (o respingere) la decisione e votare la lista. Ma è prevedibile che confermeranno. Le procedure per l'imposizione dei dazi addizionali dovrebbero concludersi entro la fine del mese ed entrare in vigore il 1° luglio. "I nuovi dazi inizieranno a applicarsi in luglio", ha spiegato il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, annunciando la decisione del collegio. Il valore delle importazioni americane su cui l'Ue intende esercitare immediatamente il suo diritto a applicare contromisure ammonta a 2,8 miliardi di euro. Ora il prossimo passo tocca agli stati membri. Le previsioni fanno pensare che la lista sarà approvata senza eccezioni e il timore è per la prossima mossa di Trump: si siederà al tavolo del confronto o rilancerà con nuovi dazi? E in questo caso, aumenterà quelli già adottati o colpirà nuovi settori?

"Abbiamo imboccato una strada commerciale molto pericolosa – sottolinea Micaela Pallini, presidente Gruppo Spiriti di Federvini e amministratore delegato di Pallini –, soprattutto perché gli Stati Uniti sono il nostro primo mercato di destinazione. Per gli spirits italiani, in particolare, se le ritorsioni dovessero coinvolgerli sarebbe molto grave. Anche perché non godono di alcuna protezione dal punto di vista di denominazione e quindi Sambuca, Amaretto, Limoncello ecc. potrebbero essere riprodotti negli Usa". 

Gli Stati Uniti, per un valore nel 2017 pari a 4,03 miliardi di euro, coprono oltre il 10% dell’intero valore agroalimentare italiano esportato. In particolare, sono il mercato n.1 e a più alto valore aggiunto sia per vini che per spiriti.

"Il pericolo – prosegue Pallini – è che si aprano altri fronti di scontro o che il braccio di ferro si allarghi ad altri Paesi. L'Europa, e in particolare l'Italia, si troverebbero strette tra Usa e Asia. Dovremmo costruire dei ponti a Est e Ovest, invece di innalzare muri. Spero che il Governo scongiuri questo pericolo e riesca a far prevalere la diplomazia".

 

 

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