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14 Novembre 2024

Pallini: timori per i possibili dazi in Usa, mercato da 2 miliardi per vino e spiriti

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di Vittoria Alerici | in 
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Con l'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti si aprono all'orizzonte scenari di incertezza per le esportazioni dell'agroalimentare made in Italy, con il rischio di nuove barriere anche per i vini, settore trainante dell'export. "Siamo molto preoccupati perché le intenzioni di Trump sono state chiare nel voler imporre nuovi dazi del 10% a tutti i prodotti di importazione dall'Unione europea" afferma Micaela Pallini, presidente di Federvini.
 

"Gli Stati Uniti per i vini e gli spiriti italiani - continua - rappresentano il primo mercato di sbocco, con circa 2 miliardi di euro sui 10 miliardi totali di export verso il resto del mondo e il governo ha anche investito per il Vinitaly a Chicago per lanciare sul mercato americano player anche più piccoli". Pallini sottolinea che purtroppo si tratta di un déjà vu. "Non vogliamo una guerra commerciale sui dazi come è avvenuto già in passato. Durante il suo primo mandato Trump ha utilizzato i dazi come strumento di sviluppo dell'economia statunitense. Tra l'altro, ha sfruttato in suo favore alcune condizioni che provenivano da diverbi a livello comunitario prima sull'alluminio e poi per il caso Airbus-Boeing, battaglie commerciali molto diverse che non c'entravano nulla con il settore agroalimentare".

Ancora fresca è la memoria di perdite per l'export del 40% per il settore dei liquori italiani, come Limoncello e Amari, quando nel 2019, nell’ambito della controversia tra Airbus e Boeing, gli Stati Uniti imposero dazi su molti prodotti europei, inserendo quasi tutte le categorie merceologiche alimentari con il meccanismo del 'Carosello' ovvero la possibilità di cambiare periodicamente le percentuali e le tipologie. I dazi vennero sospesi nel 2021 per 5 anni e dunque, a luglio 2026 scade la sospensione.

"Non dobbiamo dimenticare che, prima del contenzioso sul comparto aerospaziale, era stata proprio l’Unione europea, in risposta ai dazi Usa su alluminio e acciaio ad introdurre dazi compensativi sul whisky americano, sospesi anch’essi temporaneamente fino al 31 marzo 2025, potrebbe essere una buona mossa da parte della Ue non reintrodurli, - suggerisce la Presidente Pallini - un'apertura importante" ma aggiunge "bisognerebbe lavorare di concerto, in questo momento è un po' difficile". 

L'introduzione di dazi al made in Italy non solo graverebbe sui produttori italiani ma farebbe aumentare i prezzi allo scaffale per i consumatori americani, una sorta di "tassa indiretta" che ridurrebbe la possibilità di accedere a tali prodotti. "La promessa di Trump di combattere il carovita, uno degli elementi che lo hanno portato a vincere le elezioni, si scontrerebbe con l'aumento dei prezzi allo scaffale dei prodotti importati" osserva Pallini.

Di qui l'appello di Federvini al governo e alla diplomazia affinché "si metta all'opera per lavorare con l'Unione europea intanto per fare una prima mossa e poi trovare un modo di rafforzare il dialogo con gli Stati Uniti. Sappiamo che non è facile bisogna adoperarsi in questa direzione".

 

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