Pallini: l'industria degli spiriti rischia il collasso, servono interventi immediati
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Prima i dazi americani che hanno colpito le vendite sul primo mercato d'esportazione, poi il lockdown, infine le limitazioni ai locali per ridurre i rischi di contagio. Per i produttori di spiriti italiani il 2020 è decisamente un anno nero: nel 2020 stimano perdite intorno al 50 per cento. Lo rileva ancora una volta, in un'intervista a Linkiesta, Micaela Pallini, Presidente del Gruppo Spiriti di Federvini. "Non è giusto criminalizzare chi beve un cocktail - spiega Pallini -. Se la movida fosse stata controllata meglio ne avremmo beneficiato tutti. Non c’erano troppi spritz, c’erano pochi controlli. Da parte delle istituzioni è mancato un sistema preventivo serio sulle riaperture". Oltre ai mancati consumi nell'horeca sono crollate anche le vendite nei duty free: "quest’anno il settore del duty free è completamente morto. Dicono che il mercato potrebbe tornare ai livelli pre-Covid nel 2023-2024. Non sappiamo cosa ci aspetta. Dopo tutti i soldi investiti in questi anni, è come se avessimo gettato un patrimonio alle ortiche". Le richieste di aiuto al governo per un settore che vale 4,3 miliardi, finora sono rimaste inascoltate: "Avevamo chiesto il rinvio dei pagamenti, ma nulla di fatto". Nessun segnale nemmeno alla proposta di abolire il contrassegno fiscale di Stato.
Qui il testo integrale dell'intervista.