Nutriscore anti-alcolici: anche Competere, think tank europeo sulla nutrizione, dice no
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“La proposta dell’ideatore del Nutriscore di indicare con un bollino nero tutte le bevande alcoliche, compreso il vino, è un insulto alla scienza e al nostro settore vitivinicolo. Le forze che compongono il patrimonio vitivinicolo italiano, che negli anni hanno saputo conquistarsi un posto di primo piano nel panorama internazionale sia in termini numerici - oltre 7,1 miliardi di euro il valore delle esportazioni - che di qualità e salubrità grazie al loro ineguagliabile saper fare, non possono ora vedersi insultate da un algoritmo arbitrario e fuorviante. Decenni di storia, cultura, tradizione, impegno e lavoro riconosciuti dai massimi organi internazionali vengono appiattiti da una bocciatura indiscriminata delle bevande alcoliche, un orientamento anti alcol che preoccupa e che si propone anche in altre azioni come il Beating Cancer Plan, senza distinguere tra uso e consumo e tra quantitativi di alcol presenti” - afferma Pietro Paganini, fondatore e presidente di Competere - Policies for Sustainable Development, think tank europeo che attraverso la propria piattaforma sulla Sustainable Nutrition analizza le dinamiche politico-commerciali nell’alimentazione globale.
“La scienza negli anni ha messo in evidenza l’importanza del vino all’interno di un regime alimentare equilibrato, tanto da essere incluso nel regime nutrizionale considerato - scientificamente - tra i più sani al mondo, la Dieta Mediterranea. Questa proposta svela ancora una volta il carattere estremamente semplicistico e antiscientifico dell’approccio Nutriscore ed è la palese testimonianza di come esso sia uno strumento del tutto inadeguato a cogliere l’importanza della nutrizione per la nostra salute e sostanzialmente non idoneo ad essere il sistema di etichettatura unico in Europa".
Da sempre Competere ha messo in evidenza le carenze di un sistema di etichettatura arbitrario e fuorviante come il Nutriscore che, oltre ad essere contrario alla consolidata letteratura scientifica, mette a rischio la libertà del consumatore, in quanto non promuove un approccio educativo ma anzi approfitta della sua fiducia per guidarlo verso scelte basate su parametri incomprensibili e non trasparenti.
Con il nostro lavoro, basato sul rigoroso rispetto del metodo scientifico, l’opinione della comunità scientifica europea e l'interesse dei consumatori, ribadiamo "la necessità di unire Istituzioni, forze produttive e attività commerciali nell’opposizione trasversale a un sistema che calpesta l’interesse non solo di un patrimonio sociale ed economico inestimabile come il settore vitivinicolo e l’intero Made in Italy agroalimentare, ma anche di tutti i cittadini” - conclude Paganini.