Nasce a Barolo WiMu, il museo del vino
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Barolo - Ritrovarsi a Barolo, nel cuore delle Langhe, nella capitale del più celebre vino italiano - in Toscana preciserebbero «del Nord Italia» per via del Chianti -, per un goloso è un po' come compiere un rito che sublima il piacere della convivialità e della tavola. Giri per questo colline, in questi giorni illuminate da una sole che fa risaltare ogni colore, ogni dettaglio, e rimani impressionato dal numero di enoturisti, ben superiore agli abitanti. Barolo ne conta 800 e tra venerdì e ieri, domenica, sono andati in processione nel «loro» castello, che era della famiglia Falletti e che arrivò fino all'ultima marchesa, Juliette Colbert, donna dal cuore buono e d'oro. Alla morte, nel 1864, lascerà tutto a un'opera pia. Così grande il Barolo che è difficile pensare che sarebbe rimasto confinato in eterno tra questi bricchi, però è anche vero che fu grazie alle botti, oltre trecento, che la vandeana inviò alla corte dei Savoia a Torino se divenne un nettare nobile e apprezzato nel mondo.
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