Boscaini: il consumo moderato non va demonizzato, basta con la criminalizzazione di vino e alcolici
- undefined
C'è accanimento in Europa contro un settore che in Italia genera 11 miliardi di ricavi e dà lavoro a 1,2 milioni di persone. Siamo a fianco della Commissione sul tema salute ma il consumo moderato va tutelato. Così il presidente di Federvini Sandro Boscaini in un'intervista al Sole 24 Ore che riportiamo integralmente.
"È il momento di dire basta alla criminalizzazione del vino e degli alcolici. Prodotti messi sul banco degli imputati quando, come per qualsiasi altro alimento, i problemi nascono non con il consumo moderato ma con l'abuso. Sono decisive formazione ed educazione ai corretti stili di vita. Le regole e le proibizioni sono importanti ma non sono mai riuscite a sostituire il buonsenso. Anche un coltello da cucina presente in tutte le case può diventare un'arma impropria ma non per questo si pensa di proibire i coltelli da cucina". È una difesa accorata del vino e degli alcolici quella del presidente di Federvini, Sandro Boscaini che vede un accerchiamento nei confronti di un settore che in Italia conta decine di migliaia di imprese, 1,2 milioni di addetti, oltre 11 miliardi di fatturato, 6 dei quali all'export. "Un accanimento diventato insopportabile nei mesi di pandemia - prosegue Boscaini -. Un periodo nel quale, come altri, abbiamo pagato un prezzo elevato. La prolungata chiusura di bar e ristoranti ha penalizzato le produzioni di maggior qualità e valore. E mentre si comincia a ripartire ci troviamo a dover affrontare una nuova offensiva. È come se di fronte alla ripartenza del turismo, settore azzerato dal Covid, si immaginasse di mettere in campo una nuova tassa di soggiorno. Una follia".
L'ultimo attacco, qualche settimana fa, è venuto dalla comunicazione della Commissione europea sulla lotta al cancro. Una lotta che noi appoggiamo e che ci vede al fianco della Commissione. Quel documento nelle premesse contiene anche la distinzione tra uso e abuso dei prodotti alcolici. Ma poi, quando passa in rassegna i rimedi parla solo di proibizioni, di health warning come per le sigarette, di politiche fiscali restrittive e di tagli alla promozione internazionale. Noi crediamo nella scienza e nella medicina ma ci batteremo per difendere il nostro stile di vita mediterraneo che prevede da secoli un consumo moderato di vino ai pasti e nel quale il vino è un perno della convivialità e in quanto tale un attivatore di benessere fisico e psichico. La strategia Ue così come è declinata finisce per criminalizzare chi beve un bicchiere di vino ai pasti mettendolo sullo stesso piano di chi abusa di alcolici. Si continua a puntare sul proibizionismo, non proprio un'arma infallibile. Tutt'altro. Con la mia azienda (Masi Agricola ndr) sono presente da tempo nei mercati del Nord Europa dove decenni di proibizionismo e un sistema di importazione e distribuzione del vino e degli alcolici affidato al monopolio di Stato non hanno impedito la vergogna del traghetto tra Malmoe e Copenaghen. Ovvero? Una nave che alla chiusura dei locali in Svezia porta i ragazzi a bere e a sballarsi in Danimarca. Il rientro a Malmoe avviene con schiere di autombulanze sul molo. Scene raccapriccianti. E che certo non ci appartengono".
"Nella difesa dello stile di vita mediterraneo - continua Boscaini - i francesi sembrano un po' defilati. Anche loro sono per il consumo moderato di vino ma la loro amministrazione della sanità è su posizioni diverse. Sembra passato un secolo da quando si parlava del `paradosso francese' per illustrare le proprietà salutistiche del vino e da quanto i presidenti d'Oltralpe pur di difenderlo sfioravano incidenti diplomatici nelle bilaterali con paesi musulmani. Speriamo cambino idea. Certo non aiutano le polemiche sulle etichette nutrizionali come il Nustriscore. Un tema che si sta rivelando una fonte di confusione per il tentativo di dividere gli alimenti in "buoni" e "cattivi". Ho letto di scienziati italiani che approvavano l'idea di confrontare una uguale porzione (da 100 grammi) di alimenti diversi. Un sistema che andrà bene per la ricerca di laboratorio ma che non rispecchia le modalità di consumo. Si prendono 100 grammi di olio d'oliva e si conclude che al 98% sono grassi e quindi quel prodotto è sconsigliato. Ma nessuno ingerisce100 grammi di extravergine. Al massimo se ne useranno 30 grammi su un'insalata divisa poi tra più persone. Un sistema che pure penalizza gli alcolici. Certo. Di grappa o di amaro quanto ne consuma una persona, 7 cl? Gli amari della tradizione italiana erano venduti in farmacia per aiutare la digestione. Come siano potuti passare da essere un toccasana a un male assoluto è qualcosa che proprio non mi spiego".