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Itinerari

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22 Marzo 2019

Sui sentieri del Parco d'Abruzzo per gustare il liquore di genziana

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di Teresa Capodimonte | in 
Itinerari

Il liquore di Genziana è l’immancabile fine pasto della tavola Abruzzese. Dal colore ambrato e dall’intenso gusto amarognolo, è il digestivo per definizione  e presenza indispensabile anche per la ricchezza del menu tipo abruzzese. La pianta di Genziana è tipica dell’Appennino e cresce sulle pendici del Gran Sasso: il fiore è di colore giallo, dalla macerazione delle radici con zucchero e alcool, si ottiene  il prezioso distillato.

Essendo una pianta protetta, la raccolta può avvenire solo con autorizzazione degli Ispettorati Dipartimentali delle Foreste e “solo per scopi scientifici, didattici, medicamentosi ed erboristici, mediante rilascio di licenze temporanee, di durata non superiore ad un anno, rinnovabili, contenenti l’indicazione della località ove consentita la raccolta o l’estirpazione della specie, della finalità della raccolta e della quantità consentita e delle modalità per provvedervi…”. E' comunque possibile procurarsi le radici presso le erboristerie o le drogherie. Ecco un itinerario per andare alla scoperta del suo ambiente naturale.

Nel cuore del Parco, lungo l'Alto Sangro, una delle escursioni più belle è senza dubbio l'itinerario che risale la Val Fondillo. Lasciate le auto nel parcheggio all'imbocco della valle, si continua su una strada sterrata fino alla Vecchia Segheria, la catena montuosa che chiude la valle è la Serra delle Gravare, mentre sulla sinistra il Monte Amaro e alle spalle il Monte Marsicano. 

Il sentiero (segnavia F2) risale lungo il torrente Fondillo, ricco di trote, che versa le sue limpide acque nel Sangro. Le sponde del corso d'acqua sono ammantate da una ricca vegetazione riparia in cui spiccano i salici, e sono circondate da bellissime faggete. Notevole è anche la fauna della valle, caratterizzata dalla presenza dell'Orso bruno marsicano, che talvolta viene avvistato dagli escursionisti. Proseguendo si incontrano residui di rimboschimenti (a pino nero, larice e abete rosso) e numerose radure che si aprono lungo i versanti della valle, ricchissima di fioriture. 
Lungo il percorso si incontra la Grotta delle Fate, situata a metà strada per il Valico Passo dell'Orso. Scendendo sulla sinistra per una scalinata fatta di lunghe radici di faggi si giunge alla grotta: una cavità bassa e lunga dalla quale sgorga un'acqua pura e trasparente. Riprendendo il cammino si arriva al sopra citato Passo dell'Orso. Questo valico è stato utilizzato per secoli dai pastori per raggiungere il Lazio ed è, da lunghissimo tempo, percorso dai pellegrini che da Pescasseroli e da Opi si recano al famoso Santuario della Madonna di Canneto, nella valle omonima.

Per informazioni: www.parcoabruzzo.it

 

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