Il Moscato d'Asti conquista i palati cinesi
- undefined
Dopo un decennio di crescita tumultuosa, il mercato del vino cinese è attanagliato da una crisi economica in atto da anni, oltre a quella portata dal coronavirus che ha decimato l'on-premise.
I prossimi 10 anni vedranno affermarsi nuove tendenze: per esempio, i prodotti di nicchia come i vini biologici, i rosati, i bianchi più dolci e gli spumanti cresceranno, anche se da basi basse. Il coronavirus e la crisi economica, infatti, hanno accelerato i cambiamenti che erano già in atto nel rapporto della Cina con il vino. Il mercato non è più il settore della corsa all'oro selvaggia che era una volta e le conseguenze dell'attuale perturbazione saranno un mercato meno volatile e meno focalizzato sulla fascia alta.
Secondo il Wine Analytics di Mibd pubblicato ad agosto, nelle enoteche di Pechino il nostro Moscato d'Asti è già tra i vini più apprezzati dai consumatori cinesi. Unica denominazione italiana, è presente infatti nel 40% degli store, posizionandosi al quarto posto tra i vini più commercializzati, come mostra la classifica: