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29 Luglio 2021

Un vino di Bordeaux all'asta con un NFT

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di Redazione | in 

Gli NFT (non-fungible token) iniziano a farsi strada anche nel mondo del vino. Château Angélus, produttore in Bordeaux, recentemente ha collaborato con Cult Wines, società di gestione di investimenti in vino con sede nel Regno Unito, per offrire un NFT che garantisce la proprietà di una botte di Angélus 2020 (equivalente a 300 bottiglie) e un'opera d'arte digitale 3D originale. L’NFT ha per oggetto le campane che sono il simbolo dell’azienda vinicola.

Inserito da Cult Wines sul mercato digitale OpenSea, l'NFT autorizza anche il proprietario a un'esperienza speciale presso la tenuta St-Emilion Premier Grand Cru Classé A.

Secondo quanto riportato dal sito britannico Decanter un offerente anonimo ha pagato 110.000 dollari per l'NFT il 23 luglio. La transazione è stata effettuata in USDC, criptovaluta "stablecoin" ancorata al dollaro Usa.

L’iniziativa è un esempio di come alcuni produttori e commercianti di alto profilo stiano sperimentando questo formato emergente. Gli NFT sono token digitali supportati da un ID univoco memorizzato su un registro digitale o blockchain. Ormai hanno conquistato una presenza anche nel mondo del collezionismo ufficiale.

Christie's ha venduto un NFT di un'opera d'arte digitale dell'artista "Beeple" per 69 milioni di dollari.

Tuttavia, le implicazioni per il mondo del vino sono ancora in fase di studio. Alcuni ritengono che gli NFT potrebbero fungere da certificati di proprietà, con la tecnologia blockchain che rende la provenienza più trasparente.

Cult Wines ha affermato che la collaborazione con Angélus è "il primo passo di diversi altri" pianificati con la tecnologia blockchain, già impiegata in alcune parti del mondo del vino.

“La blockchain è uno spazio in continua evoluzione che sta fondamentalmente rimodellando il modo in cui il vino viene conservato e autenticato", ha affermato Corey Parkinson, responsabile globale del prodotto per Cult Wines.

Tom Gearing, ceo di Cult Wines, ha dichiarato a Decanter che la sperimentazione nel mercato digitale potrebbe scoprire nuovi collezionisti e mercati: ”Credo che ci sia una generazione più giovane di collezionisti di vino esperti di tecnologia. Persone a proprio agio con il digitale e le criptovalute". 

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