La carta dei vini? Per i clienti è troppo confusa
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Clienti molto interessati al vino, ma spesso confusi. È il profilo emerso dalla survey online “La Carta di Vini vista dal Cliente. Da un’indagine online gli indicatori di scelta”, presentata da The Wine Net - dal 2017 primo network italiano di cantine vinicole cooperative. I dati emersi dall’indagine, che costruiscono in percentuale il profilo nazionale del cliente-tipo di un ristorante di medio livello, mostra una realtà che vede un cliente sempre più interessato al mondo del vino, ma che al ristorante si trova davanti ad una carta dei vini spesso confusa, male illustrata, o al contrario troppo dettagliata e tecnica, distante per questo da una semplice richiesta di abbinamento ad un piatto. Colpa del maître? Di chi ha composto la carta? O del produttore che non si interessa poi così tanto del fatto che il proprio vino venga rappresentato degnamente in una carta?
Come sottolineato da Fabio Piccoli, direttore di Wine Meridian, che ha moderato l’incontro di presentazione dello studio, c’è ancora molto da fare a livello di comunicazione. Tutta la filiera, dal produttore al ristoratore, dovrebbe rivedere con umiltà la proposta del vino, e cercare di conoscere meglio il proprio target: “Oggi assistiamo ad un consumatore sempre meno fedele e disorientato nel proliferare di un’offerta molto ampia. In quest’ottica ci accorgiamo che gli intermediari sono fondamentali per dare a tutti il migliore approccio al vino possibile. Come trovare un approccio che rassicuri il consumatore nella scelta? Non è questione di numero di vini nella carta, ma di come condurre il consumatore nella decisione del vino adatto ai suoi gusti o al piatto”.
La ricerca è stata eseguita telefonicamente su una popolazione adulta italiana di oltre 2000 individui, 75% uomini/25% donne dai 25 a oltre i 55 anni, cui hanno risposto 810 unità sul tema degli indicatori di scelta del vino al ristorante. Oltre il 50% ordina abitualmente il vino, deciso in autonomia per ben il 77% e per il 62% preferibilmente in bottiglia da 75ml, meglio se mostrata dal cameriere. La preferenza va ai prodotti del territorio (80,12%), mentre il prezzo incide solo una media del 3.58 sulla base di una ponderata da 1 a 5. Parlando di “carta dei vini” ideale, per un 59% la richiesta è di una varietà di almeno 20 etichette con maggioranza di rossi (86,42%), a seguire i bianchi (75,31%) e a distanza i rosati (31,73%), gli spumanti (34,20%) e da dessert (30,25%). Molto apprezzata la presenza di vini biologici che ottengono una media del 6.80 (ponderata da 1 a 10).
A illustrare i risultati, Laura Bresciani, giornalista e consulente di Soluzione Group, società incaricata del progetto. Risultati poi condivisi in un tavolo di discussione insieme a Francesca Negri, giornalista, scrittrice e wine tutor, che ha sottolineato: “Le carte di vino di oggi dovrebbero prestare più attenzione al cliente e al tipo di cucina che si propone. I ristoratori sono sempre più chiamati ad un’individuazione più consapevole del target a cui rivolgersi. Dobbiamo inoltre considerare il ristoratore e il maître come veri promotori dei vini ai quali dovremmo mettere in mano uno strumento più narrativo, semplice ed emozionale di racconto dei vini”.