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Studi e Ricerche

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08 Marzo 2021

Export di vino e spiriti in diminuzione nel mondo, ma l'Italia mantiene le prime posizioni

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di Redazione | in 
Studi e Ricerche

Scende il valore delle esportazioni di vino della maggior parte dei Paesi, secondo gli ultimi dati riferiti da Ice New York su dati 2020. A esclusione della Nuova Zelanda, del Portogallo e del Sudafrica.

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Anche l’Italia perde -1,5% mentre Francia, Spagna e Germania (colpite dai dazi punitivi del 25% ad valorem imposti aa ottobre 2019 per la disputa Airbus-Boeing) perdono rispettivamente -20%, -11,5% e -30,5%. In termini di quantità, l'Italia registra nel complesso un lieve calo (-0,6%) mentre i 3 Paesi colpiti dai dazi perdono tutti a doppia cifra (Francia -12%, Spagna -10,4%, Germania-11,8%). La Germania esce dalla top 10, scendendo all’11̇° posto, a seguito del grande balzo del Sudafrica (+75,3%). Da notare le crescite notevoli del Canada, Cile e Portogallo.

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In relazione ai dazi, effettuando un focus sul codice doganale colpito (HTS 22042150), si nota che le perdite dei Paesi colpiti sono molto più rilevanti: Francia -52,2% in valore e -38,3% in volume, Spagna -58,1% in valore e -46,2% in quantità, Germania -31,6% in valore e -13% in volume.

Per i vini bianchi in valore l’Italia è al primo posto con +0,4% . Francia al terzo posto con -38,7% superata dalla Nuova Zelanda, cresciuta del +8%. In quantità l’Italia mantiene il primato, seppur in lieve diminuzione del -0,1% mentre la Francia perde il -29,8%, la Spagna il -19,6% e la Germania il -10,2%.

I vini rossi si trovano leggermente in negativo per l’Italia con -1,8% in valore, mentre è forte il calo per Francia (-57,7%) e Spagna (-67,5%). In quantità l’Italia cresce del 3,5% (quindi l’importazione si concentra su vini di prezzo inferiore rispetto allo stesso periodo del 2019) mentre sono in negativo Francia e Spagna, rispettivamente -43,2% scendendo al quinto posto in classifica e -54,2% al sesto posto.

Tutti i maggiori Paesi sono in negativo per valore nella categoria degli spumanti, che ricordiamo non è mai stata colpita dai dazi. Nonostante una perdita del -10%, la Francia rimane il primo fornitore in valore. L’Italia scende del -5,7%, mentre le perdite per la Spagna e la Germania sono rispettivamente -14,4% e -19,9%.

Da notare gli unici due valori positivi nella top 10 sono quelli registrati da Brasile (+57,3%) e Nuova Zelanda (+210,9%). L’Italia rimane prima in quantità seppur con -2,9%. Anche qui un notevole balzo del Brasile (+57,8%) e della Nuova Zelanda (+253,2%).

Per la categoria del marsala, sherry e altri vini liquorosi l’Italia è al +9,9% mentre la Francia e la Spagna compensano i valori negativi delle altre categorie.

L’Italia è in crescita del 68,6% in valore e 115,8% in quantità nella categoria del vermouth. Interessante la situazione della Spagna (+19,9% in valore ma -15,1% in quantità) che quindi esporta meno ma ad un prezzo molto più alto.

Il 2020 è stato un anno molto difficile per la categoria rosati: l’export dal mondo è calato del -45,8% in valore e del -29,4% in volume. L’inizio della pandemia ha completamente compromesso la “stagione del rosé”. L’Italia ha perso con percentuali più contenute (-9,1% in valore e -11,1% in volume) mentre le diminuzioni di Francia e Spagna sono state accentuate ulteriormente dai dazi punitivi (in valore Francia -54,9% e Spagna -41,9%) I vini rosati sono in negativo sia in valore che in quantità per Italia, Francia e Spagna, sempre causa dei dazi punitivi.

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L’Italia perde in valore del -22,9% e del -17,2% in quantità mentre la Francia ha una crescita del 303,3% in valore e del 180,8% in quantità per la categoria dei vini in formati oltre ai 2 litri. Una ragione della forte crescita registrata dalla Francia potrebbe essere rintracciabile in una tendenza di alcuni importatori a puntare su grandi formati per evitare l'applicazione dei dazi. Grande crescita in questa categoria anche per il Sudafrica con +207,65 in valore e 458,9% in quantità.

Per quanto riguarda gli spirits come categoria, e per le principali sottocategorie, l’Italia è in perdita sia in valore che in quantità sempre a causa dei dazi punitivi del 25% ad valorem imposti a ottobre 2019 per la disputa Airbus-Boeing.

Per la categoria in generale l’Italia si trova al -39,9% in valore e al -22,9% in quantità. Anche la Francia è in perdita, seppur più leggera, con -7,8% in valore e una lieve crescita del +0,5% in quantità.

Nella categoria dei liquori e cordiali Italia, Francia e Spagna tutte in perdita nella categoria, rispettivamente -40%, -10,8% e -27,3% in valore e -21,5%, -9,3% e 10,3% in quantità.

Nella categoria delle spirituous beverages (HS 220890) l’Italia si trova al nono posto in valore e al decimo in quantità. Interessante posizionamento dell’Irlanda con -56,5% in valore ma +67.379% in quantità, dati indicativi del fatto che questo Paese esporta molto ma a prezzi particolarmente bassi.

Nella categoria dei distillati dell’uva e della vinaccia (HS 220820), dove sono inclusi il brandy e la grappa, la Spagna ha perso -78,87% in valore e -90,6% in quantità. L’Italia è scesa dal quinto all'ottavo posto in valore ma passata dal settimo al quarto per quantità.

Notevole crescita nella categoria del gin per il Canada, +111,8% in valore e +32,7% in quantità. L’Italia invece, mentre aveva riscontrato un notevole balzo nel 2019, ora si trova in a circa -30% sia in valore che in quantità, come ottavo Paese fornitore.

Tutti i maggiori paesi produttori di vodka sono in negativo in valore tranne il Canada (+24,4%). Per quanto riguarda le quantità, la top 10 rimane quasi invariata anche se con alcuni Paesi in negativo.

Nella categoria del rum l’Italia si trova al 44° posto sia in valore che in quantità. Da notare la discesa ripida del Messico in valore di -227,95 dall’11* posto al 119* in classifica.

In generale, la categoria del whiskey si trova maggiormente in negativo però con il Canada, Irlanda e UK che si aggiudicano le top 3 in valore e in quantità e l’Italia con una minuscola quota di mercato in categoria.

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Scarica il report con i dati. 

Riportiamo di seguito alcune evidenze:
 
importazioni USA da Italia di AGROALIMENTARI E BEVANDE
  • crescita: +2,5% vs 2019
  • totale in valore: oltre 5,5 mld di dollari
  • Italia mantiene 4° posizione come Paese fornitore estero dopo Messico, Canada e Francia
  • olio d'oliva:  crescita +5,1% - Primato in valore (508 mln di dollari) e riacquistato primato su Spagna in quantità 
  • pasta: mantenuto primato (489 mln di dollari) e crescita +34,4%
  • formaggi: mantenuto primato sia in valore (291,6 mln di dollari) che in quantità, nonostante calo -21,8% (dazi)
importazioni USA da Italia di VINO
  • calo: -1,5% vs 2019
  • totale in valore: oltre 1,9 mld di dollari
  • Italia riacquista 1° posizione come Paese fornitore estero (Francia 2°, Nuova Zelanda 3°)
importazioni USA da Italia di SPIRITS
  • calo: -39,9% vs 2019 (dazi)

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