Strasburgo: sul vino "Ha vinto il buon senso. Ora vigilare per evitare nuove derive proibizioniste”
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“Ha vinto la ragionevolezza e il buon senso. Siamo lieti che il Parlamento Europeo abbia accolto le istanze che volevamo ribadire, introducendo dei miglioramenti tesi a costruire un testo più equilibrato, che faccia la dovuta distinzione fra consumo e abuso di bevande alcoliche” - dichiara Micaela Pallini, Presidente di Federvini – Una nota di plauso particolare va rivolta ai parlamentari italiani che hanno rappresentato la spina dorsale del gruppo che ha presentato e fatto approvare le modifiche volute fortemente dall’Italia. Voglio sottolineare che senza il ruolo dei parlamentari italiani che si sono spesi nei giorni scorsi affinché prevalesse l’equilibrio, promuovendo gli emendamenti, prima, e sostenendoli con un voto a maggioranza poi, non ci sarebbe stato questo risultato”.
In effetti, dal voto parlamentare emerge come il ruolo della componente italiana (la stragrande maggioranza degli oltre 70 rappresentanti italiani ha votato a favore) è stata determinante per far passare le modifiche. Le modifiche proposte hanno infatti superato la maggioranza dei componenti l’Assemblea, incassando tra i 350 e il 392 voti, a seconda dell’emendamento presentato.
Gli emendamenti accolti, che riguardavano i paragrafi della relazione dedicati alle bevande alcoliche, sono i seguenti:
- una distinzione tra consumo moderato e abuso di alcol, attenuando molto l’affermazione che non esiste in livello sicuro associato alle bevande alcoliche;
- l’introduzione di un chiaro riferimento al “consumo dannoso” di alcol come obiettivo della strategia di contrasto al cancro
- l’opportunità di messaggi in etichetta legati al consumo responsabile, in alternativa a messaggi allarmistici sul rischio per la salute
- mantiene il divieto di sponsorizzazione, ma limita tale restrizione agli eventi sportivi destinati ai minori
“Ora non va abbassata la guardia – prosegue la Presidente Pallini - e per questo ribadiamo con la massima urgenza la necessità di istituire celermente un tavolo permanente di confronto sulla situazione internazionale, che coinvolga i Ministeri delle Politiche agricole, degli Affari esteri e della Salute, pronti per seguire con attenzione le proposte legislative che già nei prossimi mesi arriveranno dalla Commissione europea.”
“Non si tratta solo di proteggere un comparto che rappresenta il pilastro del made in Italy agroalimentare – dichiara Vittorio Cino, Direttore Generale di Federvini – ma contrastare una deriva culturale che rischia di danneggiare non singoli prodotti, bensì un modello culturale e uno stile di vita fatto di socialità, convivialità, tradizione, storia, e improntato a quel modello di dieta mediterranea che il mondo ci invidia e che la scienza richiama sempre come ideale da percorrere per una sana alimentazione. Puntiamo sulla educazione e responsabilità. Colpiamo duramente ogni forma di abuso, ma evitiamo penalizzazioni e discriminazioni che invece colpiscono tutti indistintamente”.
La previsione di misure discriminatorie, infatti, emerge dall’agenda dei prossimi mesi. Seguendo, infatti, il programma di lavoro indicato dalla Commissione europea nella sua Comunicazione sul piano europeo di lotta al cancro presentato lo scorso anno, l’esecutivo comunitario intende presentare una revisione della legislazione sulla fiscalità dell’alcol, con il rischio di vedere estesa a tutta l’Unione quanto già introdotto in Paesi quali l’Irlanda e prima ancora in Scozia, in materia di prezzo minimo che, da gennaio, ha fatto schizzare i prezzi delle bevande alcoliche, vini inclusi.
È in atto inoltre la revisione della politica di promozione orizzontale con il rischio di vedere vini, liquori e distillati di qualità esclusi, anche solo di fatto, dai fondi europei di sostegno alla competitività internazionale dei nostri comparti.