Tecnologia e antichi sapori
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Immaginate, in un ristorante, di essere serviti da un sommelier virtuale. Di poter effettuare le ordinazioni con un touch pod. Di avere a portata di bit i consigli dello chef. Non si tratta di fantascienza, bensì dei nuovi wine bar di New York e del ristorante asiatico di Londra: Clo e Adour nella Grande Mela e Inamo nel West End londinese.
L’idea, messa a punto da due studi: Potion e Blacksheep Architecture & Design, punta sulle nuove frontiere della interattività: quella della generazione dell’iPhone e dei social network. Mangiare diventa una delle esperienze possibili. E la sola effettuata in modo tradizionale. Per tutto il resto (prenotare un tavolo, ordinare, chiedere informazioni sui piatti, visualizzare i menù, scegliere i vini, chiamare un taxi) si ricorre alle più sofisticate tecnologie digitali in circolazione.
Clo e Adour, ideati da Jared Schiffman e Phillip Tiongson di Potion, sono famosi per il sistema grazie al quale i clienti esaminano le descrizioni di più di cento vini con specifiche sulla provenienza e il tipo di uva. I menù di Inamo, dalle grafiche sorprendenti e illustrati con fotografie in scala reale delle pietanze, sono invece riprodotti sulla superficie in Corian Dupont dei tavoli.
Progettato da Jo Sampson e Tim Mutton di Blacksheep, Inamo è davvero all’avanguardia. Fornisce decine di servizi attraverso la piattaforma digitale del tavolo, usa le tecnologia delle webcam per visualizzare l’attività della cucina e, per gli amanti dell’apparecchiatura, consente di scegliere tovaglie virtuali.
Fonte: www.CloWines.com, www.adour-stregis.com