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20 Novembre 2022

Ismea, consumi alimentari prudenti mentre l’export continua a crescere

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di Redazione | in 

Ai segnali di rallentamento dei consumi sul mercato domestico si contrappone un export in buono stato di salute. È quanto emerge dal Report AgriMercati pubblicato dall’Ismea.
Nei primi otto mesi dell’anno, le esportazioni agroalimentari italiane hanno continuato a crescere in valore mettendo a segno un incremento tendenziale del +18%, grazie alle ottime performance di vini e spumanti (+14%, a fronte di volumi stabili), pasta (+33% valore, +7% quantità), conserve di pomodoro (rispettivamente +25% e +11% quantità), formaggi e latticini (+22%, +13%), prodotti da forno (+16%, +8%). 
 
Sul fronte del mercato interno, invece, le famiglie italiane cercano di limitare gli effetti dell’attuale spinta inflattiva. Il carrello della spesa, secondo i dati NielsenIQ, nel periodo cumulato da gennaio a settembre 2022, sta costando agli italiani il 4,4% in più rispetto allo scorso anno, con punte più alte nei mesi di agosto e settembre (+10,4%). L’aumento della spesa si mantiene su livelli inferiori rispetto al dato Istat sull’inflazione anche grazie all’alleggerimento del carrello delle famiglie italiane che registra riduzioni in volume in tutte le categorie, ma con percentuali differenziate dal -1% del latte fresco al -31% del pesce fresco.
 
Pesa sull’aumento dei prezzi alimentari anche la crescita dei costi per gli imballaggi con i prodotti confezionati che registrano una crescita dei prezzi maggiore (+5%) rispetto al prodotto sfuso (+3,2%).

Nel frattempo dal Report AgriMercati pubblicato da Ismea emerge che sul fronte dei costi, si colgono i primi segnali di un rallentamento della tendenza alla crescita, sulla scia della flessione dei listini energetici (-4,6% rispetto al secondo trimestre), per la prima volta dopo le fiammate degli scorsi mesi. L’inasprimento degli oneri a carico delle aziende agricole rispetto allo scorso anno rimane comunque rilevante (+27% per le produzioni vegetali e +26% per quelle zootecniche), di riflesso agli aumenti del capitolo energetico (+67,2%), dei fertilizzanti (+41,6%) e dei mangimi (+35,9%).

Per quanto concerne, invece, le quotazioni dei prezzi agricoli all’origine, l’indice Ismea indica un aumento su base congiunturale del 3,8%, a causa dei persistenti rincari degli ortaggi, colture industriali e prodotti zootecnici ma è il confronto su base annua a mettere in luce ancora di più la spinta inflattiva. In 12 mesi i prezzi agricoli sono aumentati del 22%, sintesi di un +29% per il comparto zootecnico e del +16,2% di quello delle coltivazioni.

L’aumento dei prezzi, tuttavia, non compensa completamente i maggiori costi dei produttori e l’Ismea prevede una lieve diminuzione su base congiunturale del valore aggiunto agricolo, così come indicano le stime preliminari Istat sul Pil del terzo trimestre.

L’indice della produzione industriare del Food & Beverage ha segnato un calo congiunturale (-0,6%) ma i primi nove mesi del 2022 registrano una crescita del +3,3%, rispetto al l’1,2% del settore manifatturiero nel suo complesso.

 

 

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